Bruciò le sorelle per l’eredità
Pensava di averla fatta franca, dopo l’archiviazione del tribunale di Busto Arsizio. Invece Giuseppe Arati, 68 anni, è stato arrestato perché ritenuto responsabile dell’omicidio delle sue due sorelle, il 13 aprile 2015, commesso dando alle fiamme la casa in cui dormivano a Cerro Maggiore. Il caso dopo l’archiviazione è stato avocato dalla procura generale di Milano, che con i carabinieri ha raccolto nuovi elementi.
Unico superstite delle fiamme divampate in quella notte fu proprio Giuseppe Agrati, le cui dichiarazioni apparirono subito contraddittorie. La sorella Carla fu trovata in bagno, mentre Maria era carbonizzata in camera da letto, ma non furono ritenuti sufficienti gli elementi per incriminarlo. Da ciò la richiesta di archiviazione della procura bustocca, cui però il nipote si oppose. Le indagini sono dunque proseguite sentendo altri testimoni, sequestrando alcuni farmaci e un computer di Agrati e analizzando le sue movimentazioni bancarie. Nel corso degli interrogatori il sospettato ha continuato a cambiare versione. L’inchiesta ha accertato che l’incendio era stato appiccato, con l’uso di acceleranti, in più punti dell’abitazione, nel corridoio antistante la camera dove le due donne stavano dormendo, al primo piano, e poi al piano terra. L’uomo poi non ha mai chiamato i soccorsi né ha informato i soccorritori della presenza delle due sorelle in casa. Il movente del delitto sarebbe stato un’eredità.
© RIPRODUZIONE RISERVATA