Cinema/Il mio profilo migliore
12:45 pm, 16 Ottobre 19 calendario

Juliette Binoche: «Essere donna a 55 anni»

Di: Redazione Metronews
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ROMA L’abbiamo appena vista al cinema al fianco di Catherine Deneuve ne “Le Verità” in veste di figlia. la vedremo da domani in sala  ne “Il mio profilo migliore” in veste di madre. Ma, soprattutto, di donna. Una donna tradita dal suo uomo che le ha preferito una giovanissima. Una donna tradita da un mondo che la vorrebbe rassegnata. E, allora, lei reagisce.
Juliette Binoche dà a questa donna energia e bellezza giocando anche giochi estremi. Del resto l’attrice lo ha sempre detto di amare l’avventura. E l’avventura per un’attrice, è il film. Uno dopo l’altro.
«Ogni volta – spiega – è una sfida di cui sai ben poco all’inizio. Una sfida che io amo sempre affrontare come tale e una sfida che decido di affrontare col corpo prima che con la testa perché io sono cosi».
Eccola Juliette Binoche, col suo sorriso aperto e lo sguardo alto, una tra le attrici più solari di sempre, anche quando entra con tutta se stessa in ruoli drammatici.
Quando le si chiede che tipo di scelta fa, invece, la donna che lei interpreta nel film di Safi Nebbou , presentato alla scorsa Berlinale e centrato su una madre single con due figli che sceglie l’amore virtuale, risponde: «Sceglie di essere più donne, la cinquantenne ingrigita che si lascia andare con tristezza ma anche il suo alter ego, la donna che si finge giovane sul web, si sente libera e si butta nel mondo del sesso virtuale».
La Binoche poi  ci tiene a ripetere: «Non mi sento coraggiosa, sento semplicemente il bisogno urgente di esprimermi ogni volta che un ruolo mi stimola. E sono una privilegiata perché posso scegliere cosa voglio fare, ormai posso essere solo me stessa, senza altre preoccupazioni, se non quella della creazione di un personaggio  o di qualunque altra cosa e la creazione è sempre legata al rischio. E in questo film il rischio era legato al trovarmi davanti ai miei 55 anni, al dovermi mostrare anche senza trucco, anche con i capelli grigi, a disagio perché queste donne sono spesso invisibili per gli uomini. Letteralmente. Questa donna non è una femminista ma cerca di reagire a tutto questo. E’ stata lasciata per un’amante più giovane, si sente messa da parte, non amata dagli uomini e allora cerca una via di salvezza e si reinventa, si inventa una nuova identità digitale».
Ovviamente, una salvezza illusoria: «Lei si finge una venticinquenne, ruba un’identità, si abbandona al sesso  virtuale con un ragazzo che potrebbe essere suo figlio e in quel momento si libera in qualche modo, ma la deriva nei social è pericolosa, può essere una vera prigione. E’ stato il mio primo sesso virtuale, diciamo telefonico, ma io non ho disagio o impaccio. Anche questo è lavoro e nulla più. E poi io non ho paura dei social, basta gestirli. Io gestisco personalmente il mio profilo Instagram ed è un modo per sentirmi più vicina agli altri».
SILVIA DI PAOLA

16 Ottobre 2019
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