Cinema/Yuli - Danza e LIbertà
5:30 am, 15 Ottobre 19 calendario

«Yuli, un gran ballerino che voleva essere calciatore»

Di: Redazione Metronews
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ROMA È andato sino all’Avana per  vedere le prove di Carlos Acosta con la sua giovane compagnia e lì è  rimasto due settimane: «Visti da vicino mi hanno strabiliato. Davanti ai miei occhi si muovevano danzatori tra i migliori del mondo, e la loro collaborazione con Carlos aveva qualcosa di davvero speciale. Così ho pensato che potevo raccontare la sua vita, Cuba  e un po’ di storia attraverso la danza e non certo attraverso un biopic tradizionale». 
Così racconta Paul Laverty, storico sceneggiatore di Ken Loach, che si è avvicinato alla danza di Carlos Acosta, considerato uno dei più grandi ballerini del mondo, per la prima volta raccontato in un film dalla regista  Icíar Bollaín  e da lui stesso.
“Yuli – danza e Libertà”,  dal 17 ottobre sarà in sala e Laverty, arrivato a Roma per presentarlo, giura di  non aver voluto «finti passi o attori che impazziscono per imparare qualche movimento in poche settimane, come in questo genere di film. Volevo catturare la maestosità della danza dal vero, in tutta la sua bellezza, fatica e disciplina».
Del resto si trattava di raccontare la storia non di un ballerino per vocazione ma di un ragazzino che non voleva danzare: «Voleva fare il calciatore, odiava la danza ma suo padre capì da subito che aveva un talento straordinario e che l’Accademia di danza a Cuba avrebbe potuto aiutarlo anche ad uscire dalla povertà. Senza la determinazione del padre  che lo riportava lì ogni volta che lui fuggiva, nulla sarebbe accaduto».
SILVIA DI PAOLA

15 Ottobre 2019
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