Milano
8:25 pm, 14 Ottobre 19 calendario

Più verde, case e chiese E’ passato il nuovo Pgt

Di: Redazione Metronews
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PALAZZO MARINO Con 26 voti favorevoli e 12 contrari, il Consiglio comunale ha approvato il Piano di Governo del Territorio comprendente il nuovo Documento di Piano, la variante del Piano dei Servizi, comprensivo del Piano per le Attrezzature Religiose e la variante del Piano delle Regole. Favorevole l’intera maggioranza e contrarie tutte le opposizioni. “Oggi – ha dichiarato l’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran – il Consiglio comunale ha approvato un piano che guarda a Milano 2030, ponendosi tre obiettivi prioritari: casa, ambiente e periferie. Sono i tre punti su cui questo Pgt segna la differenza rispetto al passato e le tre esigenze di una città che cresce per numero di abitanti e attrattività, che deve dare risposta al fabbisogno di case in affitto a prezzi accessibili, alla richiesta di verde, alla necessità di migliorare la qualità della vita in tutti i quartieri. Tre esigenze cui il piano dà risposte concrete, ponendo regole che porteranno all’incremento dell’offerta di housing sociale e case popolari, alla riduzione del consumo di suolo del 4 per cento rispetto al piano vigente con la nascita di 20 nuovi parchi, alla rigenerazione degli edifici, che secondo norme che anticipano gli obiettivi della rete C40 Cities dovranno essere a emissioni zero di C02, alla riqualificazione di piazze e aree strategiche della città, al recupero o abbattimento degli edifici abbandonati”. “Un piano – ha concluso l’assessore, ringraziando tutti i consiglieri, di maggioranza e opposizione – che renderà la Milano del 2030 più inclusiva, sostenibile e policentrica”.
Tra le principali modifiche apportate al piano attraverso gli emendamenti del Consiglio comunale, le controdeduzioni, le osservazioni presentate nei mesi scorsi da cittadini ed enti c’è l’innalzamento al 75 per cento delle aree da destinare a verde nell’area di piazza d’Armi, l’obbligo, per le nuove costruzioni (comprese quelle con demolizione e ricostruzione), di essere a zero emissioni di Co2, l’individuazione, per le ristrutturazioni, di una soglia minima dell’indice di riduzione di impatto climatico richiesto, raggiungibile attraverso la realizzazione di tetti e pareti verdi e interventi di depavimentazione, oltre il quale è possibile monetizzare (tali risorse saranno destinate alla realizzazione del Grande Parco Metropolitano e a interventi di depavimentazione), la cancellazione della facoltà di realizzare servizi nelle pertinenze indirette per il verde urbano, l’eliminazione della possibilità di realizzare grandi strutture di vendita nelle aree destinate a grandi funzioni urbane di Ronchetto e Porto di Mare e nei nuclei di antica formazione, la possibilità di realizzare grandi strutture di vendita in prossimità delle piazze da rigenerare solo nel caso in cui siano coinvolti i mezzanini delle stazioni metropolitane, l’impossibilità di realizzare funzioni urbane in edifici destinati a edilizia popolare; la ridefinizione dei tempi, da 24 a 12 mesi, perché un edificio dismesso sia da considerarsi pericoloso per la sicurezza e la salubrità pubblica e infine la previsione di aree adibite a parcheggi pubblici nelle zone adiacenti alle fermate della circle line. Il Pgt comprende anche il Piano per le attrezzature religiose (Par), che prevede l’individuazione di 20 nuovi luoghi di culto di cui 3 nuove chiese cattoliche (ambiti Cascina Merlata, Expo e Rogoredo Montecity), 15 di altre confessioni religiose e 2 possibili nuovi luoghi in aree comunali in via Marignano e via Esterle che saranno assegnate tramite bando aperto a tutti le confessioni religiose.
E contro il Par si è concentrata l’opposizione di centrodestra. “Non avete pensato a infrastrutture importanti per il futuro della città, ma a regolarizzazione 4 moschee di cui 3 ex novo senza pensare che prima di assegnare luoghi a strutture religiose, bisogna capire chi sono e chi le finanzia, altrimenti si mette a rischio la sicurezza dei cittadini”, ha detto il capogruppo di Forza Italia Fabrizio De Pasquale, contrario al Pgt che “contiene una pure retorica green che ostacolerà lo sviluppo della città per i prossimi 10 anni”. “Il problema non sono le moschee, ma a quale Islam verranno affidati gli spazi pubblici che il Comune di Milano rende disponibili. Il Comune di Milano prima regolarizzare le moschee avrebbe dovuto aspettare un riconoscimento da parte dello Stato italiano dell’Islam riconoscibile istituzionalmente”, ha aggiunto il capogruppo di Fratelli d’Italia Andrea Mascaretti. “È sbagliato pensare che bastino solo norme urbanistiche per regolarizzare i luoghi di culto”, ha osservato il capogruppo di Milano Popolare, Matteo Forte, fortemente contrario anche all’introduzione di nuovi norme. “Non è aggiungendo vincoli e divieti che si creano le condizioni di sviluppo per una maggiore qualità della vita”, ha osservato. “Questo Pgt non tiene per niente in considerazione la rigenerazione degli scali ferroviari, va a sanare luoghi di culto pieni di violazioni, penalizza i possessori di piccoli diritti edificatori, che magari saranno costretti a venderli, è a favore della rigenerazione urbana solo a parole, lascia ancora troppo in disparte i giovane, non accoglie le necessità dei Comuni limitrofi dell’area metropolitana, ha mortificato il parere espresso dai Municipi e va a cementificare delle piazze in maniera eccessiva”, ha sottolineato il consigliere della Lega Gabriele Abbiati, annunciato il voto contrario del suo gruppo.
Contro la “cementificazione” autorizzata dal Pgt si è scagliato anche il Movimento 5 Stelle. “Pensate che diminuire del 4 per cento il consumo di suolo nell’area d’Italia che ne consuma di più sia un buon risultato? Mentre Torino rende ai cittadini 7 ettari di suolo, Milano ne consuma 11,5. Dopo gli scali ferroviari, sette piazze vengono inondate di cemento. Avreste potuto fare qualsiasi atto concreto, salvando almeno una di queste 10 aree, ma la verità è che non avete avuto coraggio”, ha detto il capogruppo Gianluca Corrado, parlando nella conclusione del suo intervento di “una ferita inflitta alla città”. “L’attenzione ai temi dell’ambiente e della tutela del territorio è stata delusa nei fatti”, ha esordito il capogruppo di Milano in Comune, Basilio Rizzo, che ha parlato di un “complesso di sudditanza psicologica nei confronti delle grandi proprietà immobiliari: per 4/5 nomi tutto è consentito”. “I signori del mattone – ha proseguito – stanno ritornando padroni della città e una città che ha pochi padroni importanti, prima o poi dovrà obbedire. Non si può non porsi questa preoccupazione”. Tutte le opposizioni hanno si sono poi lamentate del metodo con cui il Pgt è stato approvato dall’Aula. “Ha reso l’aula schizofrenica”, ha detto Abbiati. Corrado ha parlato di “un metodo di lavoro che mortifica i 48 consiglieri”, spiegando che “la mancanza di democrazia è un motivo in più per votare in maniera negativa”. E proprio in polemica con il metodo di approvazione le consigliere Patrizia Bedori (M5s) e Laura Molteni (Lega) hanno deciso di non partecipare al voto.
Il voto favorevole di Milano Progressista – ha spiegato in Aula la consigliera Natascia Tosoni – si deve in particolare “agli impegni che il Pgt prende sul fronte della rigenerazione urbana e dell’ambiente”. Il gruppo di maggioranza è soddisfatto anche dei risultati ottenuti sul fronte della casa. “Abbiamo provato a ridurre il divario all’accessibilità che oggi è un ostacolo. Le scelte fatte non rispondono a tutto, ma sono un buon punto di partenza: rispondono all’esigenza di un’edilizia sociale in affitto, provando a ridurre le disuguaglianze nello sviluppo complessivo della città”, ha detto Tosoni. “Questo Pgt viene da un lungo percorso ed è un anno complesso, anche nelle forme di votazioni”, ha ammesso il consigliere Pd Bruno Ceccarelli, che ha poi però rivendicato “la difficoltà di prendere delle decisioni”, rispondendo alle critiche delle associazioni ambientaliste. “Gli ambientalisti che s’ispirano a temi che noi stessi abbiamo a cuore pongono spesso due temi come urgenti e importanti: il primo è il rispetto dei ruoli. Greta chiede ai politici di cambiare il mondo. E il secondo è l’urgenza e la voglia di farlo. Io non so – ha concluso Ceccarelli rivolgendosi all’assessore Maran – se con questo Pgt riusciremo a cambiare il mondo, ma di sicuro lasceremo un cambiamento per Milano”.
NOVA

14 Ottobre 2019
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