Milano/Nuovi italiani
5:00 am, 2 Luglio 19 calendario

«Da ostetrica a stilista per una cittadinanza»

Di: Redazione Metronews
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MILANO Da Francesco Wu, consigliere di Confcommercio cinese, a Natasha Siassina, imprenditrice del tessile russa passando per Tommy Kuti rapper e scrittore nigeriano, e Ruth Akutu Maccarthy, co-fondatrice dell’Afro Fashion Week di Milano. Ecco i protagonisti del workshop “Le strade dei nuovi italiani: il futuro attraverso il lavoro, creatività e sviluppo”, organizzato da NuoveRadici, oggi dalle 17 nella Sala Alessi di Palazzo Marino. 
Ruth Maccarthy, di origini ghanesi, laureata nel 2007 in ostetricia alla Bicocca si racconta.
Un’ostetrica passata alla moda?
«Finito il percorso di studio non potevo esercitare perché non avevo la cittadinanza italiana che ho avuto solo due anni fa e i concorsi la prevedevano. Mi ha chiamata Michelle Francine Ngonmo e abbiamo dato vita all’African Fashion Week per la quale diamo spazio a stilisti e modelle emergenti. Può partecipare chiunque purché presentino creazioni di ispirazione afro o con contaminazioni africane».
Lei è in Italia da quando aveva 5 anni. Come mai ha avuto la cittadinanza  così tardi? 
«L’iter è stato molto lungo anche perché dal Ghana sono stati inviati documenti in cui il mio cognome era stato scritto in modo sbagliato. E per la legge italiana la si può richiedere  solo dopo 10 anni di effettiva residenza. C’è voluto molto tempo e molto denaro per avere tutti i documenti richiesti in ordine».
Così si è data alla moda…
«Con la mia società, l’Africa Fashion Wear, creo abiti su misura usando tessuti africani realizzati da sarti italiani».
Ha mai subìto discriminazioni in Italia?
«Come il 99,9% delle donne, ma ho anche ricevuto commenti bellissimi da parte di italiani e non. generalizzare non è mai positivo. L’Afro Fashion è seguita da molti più italiani che afrodiscendenti: alcuni vogliono addirittura collaborare con noi. Ed è questa l’Italia su cui focalizzarsi. Bisogna puntare sul lavoro, sull’innovazione e sulla creatività. La creatività c’è già, basta collegarla agli altri due aspetti».
Cosa ne pensa della “questione immigrati”?
«Il problema va risolto nei Paesi d’origine dove spesso la classe dirigente si fa corrompere dalle multinazionali». 
Ci spieghi.
«La Nigeria ha 190 milioni di abitanti, e vanta il possesso di una materia prima fondamentale che è il petrolio. Eppure il costo della vita è altissimo. I governo locali sono corrotti e le grandi multinazionali approfittano di questa corruzione per portare avanti i loro affari. Se dovessi importare una borsa da quel Paese il dazio costerebbe più del prodotto. Su questo bisogna intervenire per ribadire le regole del commercio globale. Puntare sull’innovazione tecnologica e sulla creatività, abbassare le tasse e ridurre gli iter burocratici».
PATRIZIA PERTUSO

2 Luglio 2019
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