Libri/James Rollins
5:00 am, 30 Maggio 19 calendario

L’intelligenza artificiale è una vera e propria creatura

Di: Redazione Metronews
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LIBRI Una giovane scienziata, Mara,  fa parte di un’associazione di scienziate donne che crea una nuova forma di intelligenza artificiale. Un’invenzione che suscita l’attenzione di criminali  che vorrebbero usarla a scopi terroristici. Così rapiscono la scienziata per appropriarsene. C’è una tematica di grande attualità nel romanzo di “Il grande inquisitore” di James Rollins (p. 474, euro 18,60) che esplora il lato oscuro  di un’intelligenza artificiale. 
James Rollins, l’intelligenza artificiale è un grande punto interrogativo per il nostro futuro. Che capacità che ha di auto evolversi e sfuggire al controllo dei propri creatori? 
«Molto dipende dall’intenzione che si ha… I 22 ricercatori con cui ho parlato mi hanno espresso preoccupazioni. C’è una corsa a creare per primi l’intelligenza artificiale più evoluta e verranno prese scorciatoie soprattutto da chi la vuole utilizzare per scopi non benevoli. Per svilupparla in modo che sia utile all’uomo ci vuole più tempo e denaro».  
Dov’è il pericolo più grande?  
«Nello sviluppo di quell’intelligenza artificiale che ha già prodotto un algoritmo Alphago, in grado di battere il piu grande giocatore del gioco cinese del Go. Sviluppato da Google DeepMind è stato il primo software in grado di sconfiggere un maestro umano con la macchina che ha imparato da sola le regole del gioco umano…». 
Non parliamo di fantascienza?  
«No. È un’intelligenza artificiale consapevole di se,  proprio come gli esseri umani e si muove nell’ambiente cercando risorse e se per caso l’essere umano diventa una minaccia potrebbe anche decidere di eliminarlo anche perché è stata programmata per trovare continue soluzioni per sopravvivere. È essenziale che sin da ora diventi un partner dell’uomo e non un rivale». 
La sua protagonista che ruolo ha nell’insegnare alla sua creatura come comportarsi?  
«La alleva come se fosse una vera e propria creatura. Tuttavia il dilemma che hanno gli scienziati è anche quello di Mara: per quanto di buono potrai inserire come codici informatici in queste intelligenze ci saranno comunque cose che alla fine impareranno da soli. 
 
ANTONELLA FIORI

30 Maggio 2019
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