Mobilità
9:19 am, 14 Maggio 19 calendario

Janzen: sul Transpod viaggerete a mille all’ora

Di: Redazione Metronews
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Andare da Milano a Roma in mezz’ora, proiettati in una capsula chiusa che somiglia ad un aereo e  viaggia a propulsione magnetica a mille chilometri all’ora, in un tubo sottovuoto sospeso su piloni. È il treno del futuro, l’hyperloop, a cui stanno lavorando diverse aziende concorrenti, a partire dalla Boring Company del visionario Elon Musk e che dovrebbe macinare i primi chilometri nel 2020 a Dubai. Una corsa in cui l’Italia per ora avrebbe perso, è il caso di dirlo, il treno. La canadese Transpod, che tra l’altro ha un centro operativo a Bari,  avrebbe voluto realizzare il suo primo circuito sperimentale di 2 chilometri e mezzo vicino a Bologna. «Avevamo avuto contatti nel 2017 con le Ferrovie dello Stato, però non c’è stato il supporto politico, che invece abbiamo trovato in Francia» spiega Ryan Janzen, giovane ingegnere aerospaziale e uno dei cofondatori, invitato a Milano da Meet the Media Guru Around Mobility, con  Fondazione Bassetti. Ed è così che il primo tratto sperimentale in Europa sarà realizzato vicino a Limoges. L’altro test, più lungo, sarà in Canada ed è quello su cui Transpod punta per avere la certificazione europea per partire dal 2025 con progetti reali. Janzen fa il vago alla domanda se ci siano altre idee  per l’Italia, magari per risolvere rogne come quella della Torino-Lione: «Abbiamo delle cose in mente ma non ne posso parlare».
Ci spieghi le differenze tra il vostro supertreno e gli altri  hyperloop.
«Noi stiamo già lavorando sul dopo hyperloop. Elon Musk vuole far viaggiare i treni in tubi a bassa pressione su un cuscino d’aria, ma lo spazio tra il treno e la superficie del tubo è molto sottile e quando il treno rallenta si creano attriti e sobbalzi. Per risolvere il problema si utilizza la levitazione magnetica, già in uso a Shanghai ma è una tecnologia molto costosa e ci stanno perdendo soldi. Noi abbiamo introdotto un modello di induzione lineare che crea piccoli campi magnetici che riducono gli attriti, rendono il percorso più fluido».
Per uno che soffre di mal d’auto come me come sarà il viaggio?
«Come in aereo: senti all’inizio una pressione come quando decolla ma poi non senti più nulla alla velocità di crociera».      
Voi puntate sulla sostenibilità ambientale.
«Sono sistemi interamente elettrici, senza utilizzo di carburanti fossili».
Come i treni normali.
«Sì ma il punto è rendere questo mezzo attraente non per chi viaggia in treno, ma per chi usa l’aereo per brevi tratte. Un aereo usa la maggior parte del carburante per decollare e per atterrare. Nelle tratte brevi quindi il consumo è altissimo. Noi immaginiamo un sistema di hub interurbani collegati anche con il trasporto locale e con gli aeroporti che dovrebbero puntare sui voli a lunga distanza, più remunerativi».
Le compagnie aree sono i vostri peggiori nemici?
«Non direi, perché in una riorganizzazione di questo genere possono benissimo diventare operatori di linee Transpod».
E la sostenibilità economica?
«Grazie all’innovazione tecnologica il costo dell’infrastruttura in realtà è più basso. Nel caso per esempio dei treni a lievitazione magnetica il costo è di 100 milioni di dollari a chilometro. Con Transpod si parla di 30 milioni di dollari a chilometro, come l’alta velocità, solo che è tre volte più veloce. Diventa quindi conveniente per connettere città di media grandezza, come in Europa o aree dell’Asia con una popolazione diffusa sul territorio.  Abbiamo già un progetto avanzato in Thailandia».
E il costo per l’utente?
«Abbiamo ipotizzato sulla tratta Montreal-Toronto (503 chilometri)  un costo di 80 dollari a biglietto per 45 minuti di viaggio».
Lei ha una doppia vita: inventore e compositore, in particolare di musiche per idraulofono, un organo ad acqua inventato dal suo collega del Mit Steve Mann. L’artista influenza l’inventore?
«La scienza serve ad analizzare il mondo, ma l’ingegneria e la musica sono importanti per creare  mondi nuovi, nella mente dell’ascoltatore o nell’esperienza dell’utente. In entrambi casi la spinta è muoversi in zone inesplorate».
PAOLA RIZZI
@paolarizzimanca

14 Maggio 2019
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