«Catch-22 racconta la follia di tutte le guerre»
ROMA Un pilota che deve lanciare bombe sull’Italia occupata ma che non ha nessuna voglia di morire in quell’inferno può ricorrere al comma 22 che permette a chi è pazzo di essere esentato dalle missioni di volo? Può ma «se fa una richiesta del genere vuol dire che non è pazzo: eccolo il paradosso del comma 22». Così la vede George Clooney che produce, dirige e interpreta “Catch-22”, serie in sei puntate dal 21 maggio su Sky Atlantic, tratta dalle pagine di “Comma 22” di Joseph Heller, e con Christopher Abbott protagonista.
Un paradosso che «è oggi attuale come ieri, perché certe storie non hanno tempo; è sempre il momento giusto per far satira sulla guerra e parlare dei suoi orrori», dice Clooney che si è ritagliato il ruolo del tremendo tenente Scheisskopf («perché potevo urlare e urlare è sempre terapeutico»), che antimilitarista lo è sempre stato e che oggi sottolinea: «Non entrerò in politica; anche se me lo chiedono, ho altri ambiti in cui operare e sono più bravo in altri compromessi. I tempi sono brutti e le derive autoritarie forti. Però sono ottimista e spero che alle prossime elezioni si cambierà».
E se gli si chiede se non si sia assopito l’antimilitarismo in America, risponde: «Si, spesso ci dimentichiamo che mettiamo ancora in pericolo la gente con le nostre guerre nel mondo. E non capiamo che alla base della guerra c’è sempre un’assurdità, qualcuno che ci guadagna e molti che ci muoiono: una follia».
SILVIA DI PAOLA
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