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7:37 pm, 6 Maggio 19 calendario

Deficit e Pil, in arrivo le previsioni Ue sull’Italia

Di: Redazione Metronews
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Pil in lieve ribasso rispetto alle stime del governo per il 2019, mentre le previsioni su deficit e debito potrebbero subire un ritocco al rialzo. Queste le attese sui conti dell’Italia alla vigilia delle previsioni di primavera per il 2019 che la Commissione europea pubblicherà domani in tarda mattinata. La stima di crescita dell’Italia per l’anno in corso, che il Def indica allo 0,2%, dovrebbe essere rivista in calo dalla Commissione (una previsione già anticipata dal vicepresidente dell’esecutivo Ue Valdis Dombrovskis qualche settimana fa a Bucarest), mentre Bruxelles potrebbe avere la mano un po’ più pesante sulle previsioni relative al debito, che già il documento di economia e finanza del governo ha certificato in crescita, e che resta sotto stretta osservazione da parte della Ue. La pubblicazione dei dati di domani tuttavia non comporterà una richiesta immediata al governo di agire: il verdetto sui conti (o meglio l’indicazione sulla strada che la Commissione deciderà di seguire) arriverà solo il 5 giugno, quando Bruxelles pubblicherà le raccomandazioni specifiche per ciascun paese e a quel punto, come già anticipato dal commissario per gli Affari economici, Pierre Moscovici, da Bruxelle arriverà la richiesta all’Italia di ridurre il suo debito. “La situazione italiana è fonte di incertezza per tutta l’Eurozona. Chiedo a Roma credibilità, tutti devono rispettare le regole e rispettare gli impegni presi”, aveva detto Moscovici riferendosi proprio alla riduzione del debito. 
    Tuttavia l’aria che si respira alla vigilia non è quella di uno scontro imminente. Fonti Ue parlano di “rapporti costruttivi” con il governo italiano e il vicepresidente della Commissione, Yijrki Katainen, esponente dell’area ‘rigorista’ dice ai cronisti che “la situazione italiana non è necessariamente peggiorata”: “Non ho ancora sentito qual e’ la nostra valutazione della situazione italiana, ma non e’ necessariamente peggiorata da quanto abbiamo visto”.
   Ma il vero nodo politico che l’Italia dovrà affrontare, avverte una fonte Ue, non è la Commissione, con cui come è successo l’anno scorso si aprirà una trattativa in autunno in vista dell’approvazione della finanziaria per il 2020. Il pressing piuttosto arriverà “dall’altro lato della strada”, ovvero dai governi. Il senso del ragionamento è che all’indomani delle elezioni europee saranno i partner dell’Italia in Consiglio, e non solamente i ‘falchi’ del nord, a chiedere il rispetto delle regole e a pretendere che ogni deviazione sui conti venga punita severamente. E l’avvertimento arrivato oggi dal cancelliere austriaco Sebastian Kurz, che ha chiesto di evitare che l’Italia “diventi una seconda Grecia con una politica del debito irresponsabile” e ha auspicato “sanzioni chiare” verso i paesi membri che non rispettano le regole del Patto di Stabilità, è un chiaro segnale in questo senso. Il tutto in un contesto in cui, se le cose andranno come prevedono i sondaggi, l’Italia sarà l’unico grande paese a essere fuori dalla maggioranza che governa la Ue, il che potrebbe costituire un ulteriore motivo di isolamento per il governo giallo-verde.     Già l’anno scorso, nei giorni caldi del braccio di ferro con Bruxelles sulla manovra, i ministri delle Finanze dell’Ecofin, senza distinzione di colore politico, avevano sposato in pieno la posizione dura della Commissione sulla richiesta al governo di rispettare gli impegni soprattutto sul fronte della riduzione del debito. E dopo il voto di fine maggio nessuno si aspetta che la linea possa cambiare. 

6 Maggio 2019
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