economia
12:21 pm, 30 Aprile 19 calendario

Pil +0,2% in primi 3 mesi Recessione scongiurata

Di: Redazione Metronews
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Dopo due trimestri di segno meno, il Pil italiano ha fatto registrare nei primi tre mesi del 2019 un rialzo congiunturale dello 0,2%. Il dato, fornito dall’Istat, è oltre le attese degli analisti. Su base annua, nel I trimrestre, il Pil è salito invece dello 0,1%. Sono queste le stime preliminari dell’istituto di statistica che certificano quindi che l’Italia non è in recessione.     Nel IV trimestre del 2018, si era registrato il -0,2% congiunturale mentre nel III il -0,1%. L’Istat spiega che “il primo trimestre del 2019 ha avuto una giornata lavorativa in meno rispetto al trimestre precedente e due giornate lavorative in meno rispetto al primo trimestre del 2018”. La variazione congiunturale del Pil è la sintesi di incrementi del valore aggiunto sia nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, sia in quello dell’industria, sia in quello dei servizi. Dal lato della domanda, vi è un contributo negativo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto positivo della componente estera netta. La variazione acquisita per il 2019 è pari a +0,1%.
Tria.  “L’Italia è fuori dalla recessione, nel primo trimestre il Pil è cresciuto dello 0,2% rispetto al trimestre precedente. La stima dell’Istat evidenzia come l’economia italiana abbia quasi integralmente recuperato la caduta del PIL registrata nella seconda metà del 2018”. Il ministro dell’Economia Giovanni Tria, commenta positivamente il dato pubblicato dall’Istat: “In un clima di cauto ottimismo, il dato del primo trimestre lascia intravedere che la previsione di crescita annuale (0,2% in termini reali) indicata nel Def possa essere raggiunta e anche superata se il contesto internazionale sarà moderatamente favorevole”.
Stagnazione.  “Con il dato diffuso oggi viene scongiurato (almeno per ora) il pericolo che il Paese sia in recessione conclamata. Questo è indubbiamente un fatto positivo  anche se quella che si delinea è una situazione di stagnazione che resta assolutamente preoccupante”. Così Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, commenta i dati sul Pil. “Il prodotto interno lordo italiano sta infatti ristagnando sul livello del 2018, che si è collocato al di sotto del 4,3% rispetto alla situazione ante-crisi, cioè al dato del 2007” aggiunge proseguendo: “Per l’Italia  la crisi del 2007 è quindi ancora ben lontana dall’essere stata superata. Nell’Unione Europea peggio dell’Italia sta facendo soltanto la Grecia in cui Pil del 2018 è inferiore a quello del 2007 di ben il 27,9%. Tutti gli altri paesi dell’Unione sono da tempo al di fuori dalla crisi ed hanno superato il Pil del 2007. In particolare, come mostra il grafico,  la crescita sul 2007 della Germania è stata del 14,5%, quella del Regno Unito del 13,1%, quella della Francia del 9,6%, quella della Spagna del 5,5% e quella media dell’Unione del 10,8%”. A suo giudizio, “per uscire dalla difficile situazione economica attuale l’Italia avrebbe bisogno di interventi di politica economica di grande incisività che non si vede come possano essere realizzati nel contesto attuale”. 
Confcommercio. ​Con una crescita leggermente migliore delle nostre previsioni (+0,2% la stima provvisoria contro la previsione di +0,1% congiunturale) “si conferma la rappresentazione della condizione dell’economia italiana come stagnante piuttosto che recessiva”. È il commento dell’Ufficio Studi Confcommercio alla stima del Pil nel primo trimestre diffusa dall’Istat. “Nessun elemento problematico viene modificato dall’ultimo dato – prosegue l’Ufficio Studi – la crescita è inesistente e la ripresa va conteggiata su decimi e centesimi di punto percentuale. Per averne piena contezza è sufficiente confrontare la variazione tendenziale del prodotto italiano rispetto a quelle registrate per l’euro-area e l’Europa a 28: +0,1% rispetto a +1,2% e +1,5%”. Quanto al mercato del lavoro – conclude la nota – le indicazioni sono comunque positive e testimoniano una certa reattività, ancorché debole, del sistema produttivo. Dopo 10 mesi, infatti, l’occupazione torna a crescere in misura apprezzabile. Ne sono coinvolti i giovani e anche gli indipendenti.

30 Aprile 2019
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