Scamarcio: «Un thriller per parlare di amore e di amicizia»
CINEMA Il delitto per raccontare l’assassino. Il thriller per raccontare l’uomo. Il tentativo (ambizioso) del regista Andrea Zaccariello, che arriva dritto dritto dalla commedia, e vira drasticamente perché come lui ci spiega, «l’intento era quello di usare i dettami del thriller ma per parlare dell’essere umano, per parlare di amore e di amicizia perché, come diceva Oscar Wilde, dietro ogni delitto c’è una storia umana intrigata e molto più interessante del delitto stesso».
Premessa utilissima per avvicinarsi al film “Non sono un assassino”, (dal 30 nelle sale) in cui, tra una Claudia Gerini dalla voce roca e dall’accento meridionale e un Edoardo Pesce sempre perfetto nella sua determinazione, furoreggia Riccardo Scamarcio, sorprendente personaggio, affiancato da un Alessio Boni, invecchiato, baffuto e irriconoscibile, poliziotti e amici per la pelle, almeno sino a prova contraria. E ciò che conta e si cerca (e si trova)in questo film è la suspence.
Quella che, dice Boni: «Come insegnava Hitchcock rende lo spettatore protagonista». La suspence a intrecciare una storia di amicizia e di abbandono che è la storia infinita degli uomini.
Come dice Scamarcio: «Girando questo film ho pensato molto a C’era una volta in America proprio per il modo in cui si racconta l’amicizia tra due uomini che sembrano simili ma abbracciano poi scelte diverse che allontanano irreversibilmente le loro vite».
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