Fisco
12:40 pm, 27 Aprile 19 calendario

“Tasse, niente riduzione: pressione al 42,7% nel 2020”

Di: Redazione Metronews
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Niente riduzione di tasse e contributi: la pressione fiscale passerà dal 42% di quest’anno al 42,7% del biennio 2020-2021 e si attesterà al 42,5% nel 2022. Inoltre l’aumento dell’Iva che scatterà nel 2020 farà salire il gettito tributario di 24 miliardi di euro. è quanto rileva l’operazione fact checking realizzata dal Centro studi di Unimpresa sul Documento di economia e finanza approvato nelle scorse settimane dal consiglio dei ministri. In totale, secondo l’analisi, tra prelievo tributario e versamenti contributivi, le famiglie e le imprese italiane pagheranno 76 miliardi in più nel quadriennio 2019-2022 rispetto al 2018 e, grazie al super conto erariale, copriranno l’aumento delle spese dello Stato, che continua a ingrassare, pari a 75 miliardi in più. Nei prossimi quattro anni, si pagheranno 55 miliardi di tasse aggiuntive e 18 miliardi in più alla voce “previdenza”. Nel 2022, lo Stato incasserà 890 miliardi (+9,37%) e le uscite sfonderanno il muro dei 900 miliardi (+8,85%). Tutto questo con una crescita economica risibile: il pil salirà dello 0,2% quest’anno e di poco oltre l’1% nei quattro anni successivi.
Analisi. “I numeri dicono sempre la verità e smascherano le prese in giro del governo, delle quali siamo ormai stufi – commenta il vicepresidente di Unimpresa, Claudio Pucci – le chiacchiere politiche da una parte e i numeri dall’altra. Si avvicina l’ingresso nelle urne per le elezioni europee e dal governo riceviamo solo promesse. Le imprese e le famiglie avrebbero bisogno di pagare meno tasse e invece ne pagheranno sempre di più, una valanga di tasse in più”.     Secondo l’analisi dell’associazione, realizzata sulla base del Def del 9 aprile, non si registrerà nessun calo della pressione fiscale, destinata, anzi, a salire nei prossimi anni. Il totale delle entrate dello Stato rispetto al prodotto interno lordo, arrivate a quota 42,1% nel 2018, si attesterà al 42,0% nel 2019, al 42,7% nel 2020, al 42,7% nel 2021 e al 42,5% 2022. Tutto questo con una crescita economica assai modesta: il Pil dovrebbe salire, secondo il Def, dello 0,2% quest’anno, dell’1,01% nel 2020, dell’1,03% nel 2021 e dell’1,02% nel 2022.     Quanto alle tasse, il totale delle entrate tributarie si attesterà a quota 506,8 miliardi alla fine del 2019; di questi, 248,6 miliardi sono le imposte dirette (come Irpef, Ires, Irap, Imu), 257,2 miliardi le indirette (come Iva, accise, registro) e 967 milioni le altre in “conto capitale”. Si tratta di una voce del bilancio pubblico che salirà a 535,2 miliardi nel 2020 (rispettivamente 250,1 miliardi, 284,1 miliardi e 972 milioni), a 550,3 miliardi nel 2021 (rispettivamente 255,1 miliardi, 294,2 miliardi e 979 milioni), a 559,93 miliardi nel 2022 (rispettivamente 259m2 miliardi, 299,1 miliardi e 985 milioni). Complessivamente, considerano la variazione di ciascun anno del quadriennio in esame rispetto al 2018, l’aumento delle entrate tributarie nelle casse dello Stato sarà pari a 55,3 miliardi (+10,98%): le imposte dirette cresceranno di 10,4 miliardi (+4,18%), le indirette di 45,4 miliardi (17,92%) e le altre si ridurranno di 493 milioni (-33,36%).

27 Aprile 2019
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