Notre Dame, rogo spento Maxi colletta per rifarla
Il rogo è spento. E subito dopo il devastante incendio a Notre Dame de Paris è corsa alle donazioni per ricostruire la cattedrale, pesantemente danneggiata. Sono scesi in campo i colossi del lusso, la Total, l’industria del legno per rifare quel tetto, finito in cenere, in cui si nascondeva Quasimodo, il gobbo deforme e sordo che suona le campane nel celebre romanzo di Victor Hugo. Ma si mobilitano non solo i magnati, anche i privati cittadini. Il presidente Emmanuel Macron ha annunciato il lancio di una campagna internazionale, mentre il sindaco della città, Anne Hidalgo, vuole “una conferenza internazionale” per far confrontare esperti e donatori. Il primo gruppo a rispondere all’appello di Macron, con 100 milioni di euro, è stato Kering, che fa capo alla famiglia Pinault, il gigante del lusso che controlla tra gli altri Gucci e Balenciaga. Poco dopo, l’altro big del lusso, il gruppo Lvmh di Bernard Arnault – il miliardario più ricco di Francia, il terzo al mondo, a cui fanno capo marchi del calibro di Fendi, Christian Dior, Bulgari, DKNY, Céline, Guerlain, Givenchy, Kenzo, Loro Piana e Louis Vuitton – hanno risposto, rilanciando e raddoppiando: 200 milioni di euro. Non si è fatto attendere l’annuncio di Total, un “dono speciale” di 100 milioni di euro.
Sforzo corale. Ma lo sforzo è corale. Per ricostruire il tetto – la ‘foresta’, come era chiamato l’insieme di travi che sorreggeva la parte centrale della cattedrale, crollata assieme alla guglia nell’incendio – la fondazione Fransylva, che raccoglie 3,5 milioni di proprietari di foreste private in Francia, ha proposto che ognuno doni una quercia. Anche il gruppo assicurativo Groupama, investitore istituzionale e proprietario terriero, ha “offerto” 1.300 querce secolari, che saranno prese dai suoi boschi in Normandia. La Zecca di Parigi ristamperà una medaglia del 2013 che rappresenta NotreDame e il suo rosone e la metterà in vendita per raccogliere aiuti. Altre donazioni sono state promesse dall’uomo d’affari Marc Ladreit de Lacharriere e dalla famiglia Bouygues, 10 milioni di euro ciascuno. L’Ile de France, la regione di Parigi, e il sindaco di Parigi, Anne Hidalgo, hanno promesso rispettivamente 10 milioni e 50 milioni di euro.
Usa. Anche negli Usa si sono già attivati: la French Heritage Society, un’organizzazione che ha sede a New York, dedita proprio alla conservazione dei tesori architettonici e culturali francesi, ha lanciato una pagina web di raccolta fondi. E già lunedì sera sulla piattaforma di crowdfunding Go Fund Me erano state create in tutto il mondo più di 50 pagine ispirate dal terribile incendio. Senza contare le donazioni che da ieri sono cominciate ad affluire in massa, da società e privati cittadini, tanto da congestionare il sito della Fondation du patrimoine che gestisce la sottoscrizione nazionale.
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