Corte dei Conti: “Flat tax solo con coperture”
La stima contenuta nel Def di una crescita del 0,2%% del Pil nel 2019 è «verosimile» secondo l’Istat, lo scenario macroeconomico per Bankitalia «tiene conto in modo realistico della congiuntura ed è complessivamente condivisibile» e l’ufficio parlamentare di Bilancio ha validato il quadro programmatico 2019-2022. Per tutti ci sono dei “ma”, evidenziati puntualmente durante le audizioni davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato: ci sono forti rischi al ribasso legati principalmente all’incertezza in cui il governo lascia la prossima manovra, a partire dal nodo delle risorse.
Nel Documento «mancano indicazioni sulle voci da sottoporre a revisione, sugli aumenti di entrata e su tagli ulteriori di spesa», sostiene Angelo Buscema, presidente della Corte dei Corte dei Conti. Servono «coperture di notevole entità», avvisa palazzo Koch, nel caso si voglia evitare l’attivazione delle clausole di salvaguardia sull’Iva e contemporaneamente aumentare la spesa per investimenti e riformare il sistema fiscale, senza dimenticare gli incentivi all’investimento e all’innovazione: «queste misure, se non compensate da razionalizzazioni di altri programmi di spesa e da effettivi risultati nel contrasto all’evasione, condurrebbero ad aumenti del disavanzo non compatibili con l’avvio di un credibile percorso di riduzione duratura del peso del debito». Proprio la questione dell’Iva fa scattare il principale campanello di allarme. Con la mancata attivazione delle clausole di salvaguardia secondo le stime di Bankitalia il deficit balzerebbe automaticamente al 3,4% del Pil. Con gli aumenti Iva – che non si rifletterebbero pienamente sui prezzi, spiega l’Istat – il rischio è quello di un effetto depressivo sui consumi che potrebbe essere nell’ordine di 0,2 punti percentuali.
La più critica è la Corte dei Conti, che critica Quota 100 e Reddito di cittadinanza, e sostiene che la Flat tax si può fare solo se compatibile con lo stato delle finanze italiane, e ora non lo è. Inoltre la Corte vede bene una riforma del fisco, ma che sia complessiva e non fatta con interventi occasionali e spezzettati.
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