Taser a forze dell’ordine in dotazione da giugno
La pistola elettrica sarà in dotazione alle forze di polizia da giugno. Lo annuncia il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che alla convention della Lega nel Lazio indossa i panni da ministro dell’Interno e leader politico in campagna elettorale, senza smussare i toni con gli alleati M5S, a partire dalla sindaca di Roma. E dunque: pene più pesanti per trasformare la lotta alla droga in una guerra contro gli spacciatori e anche ‘meno roba’ in tasca per finire in carcere. Sono queste le proposte del titolare del Viminale.
Taser. Un dispositivo “non letale”, che aiuterà le forze dell’ordine a fare meglio il loro lavoro; un’arma rischiosa, dagli effetti non del tutto prevedibili, specie per chi soffre di disturbi cardiaci o è in un particolare stato di alterazione. Il taser o pistola elettrica, che da settembre è stata messa in sperimentazione per alcuni equipaggi di Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di finanza di 12 città italiane e che da giugno sarà in dotazione alle forze dell’ordine, ha diviso sin dal suo esordio, datato 1969. E ancora oggi che viene usato in 107 Paesi del mondo e lodato da molti operatori della sicurezza per la sua efficacia dissuasiva, c’è chi – statistiche alla mano – giura sulla sua pericolosità. I “pro” fanno notare come già di per sé il ricorso al taser sia alternativo a quello dell’arma da fuoco, necessariamente più pericoloso perché letale: l’Axon, azienda produttrice, cita un report – risalente al 2009 – secondo cui il 99,75% dei “sospetti” colpiti con la pistola elettrica non hanno lamentato danni o hanno parlato di danni lievi come abrasioni e lividi. Un’arma “intelligente”, insomma, basata su una piattaforma completamente digitale, che consente di “regolare la scarica, seguire controlli dello stato di salute e fornire dati analitici su come e quando viene utilizzata”.
Onu. Una posizione, questa, decisamente non condivisa dall’Onu, che ha classificato il taser tra gli “strumenti di tortura” e da organizzazioni come Amnesty International, convinta che, “prima di mettere a disposizione delle forze di polizia questo tipo di armi, andrebbe effettuato uno studio sui rischi per la salute e andrebbe garantita una formazione specifica per gli operatori”. Anche Amnesty chiede conforto ai numeri: negli Usa e in Canada, dal 2001 il numero delle morti “direttamente o indirettamente” correlate al taser sarebbe superiore al migliaio. E nel 90% dei casi, le vittime erano disarmate.
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