Alla Juve basta 1 punto ma ora la testa è all’Ajax
CALCIO Un gol ogni 47’ o giù di lì. La media di Moise Kean – detto Mosè – è impressionante. E, dal momento che il ragazzo nato a Vercelli è arrivato a 5 reti in campionato, non può trattarsi di fuoco di paglia: la Juventus si è costruita in casa il centravanti del futuro. Uno che, se non ci si metterà di mezzo Raiola (da sempre il suo procuratore), potrà guidare l’attacco bianconero per i prossimi 10-15 anni: crescerà ancora per un paio di stagioni al fianco di Ronaldo e Mandzukic, dopo di che la scena sarà sua. Uno così, davvero, rischia di nascere ogni tot anni: forte fisicamente, preciso sotto porta, aggressivo e cattivo quanto serve per emergere. Il prototipo del fuoriclasse: «Lavoro per diventare come Ronaldo e Messi», ha già detto. «Moise è uno che corre verso la porta e che fa gol. Punto», il commento di Allegri. Che non ha avuto fretta nel buttarlo in campo né però lo ha tenuto nella bambagia: i risultati lo stanno premiando. In ogni caso mercoledì, ad Amsterdam contro l’Ajax nell’andata dei quarti di Champions, il 19enne con il 18 sulle spalle potrebbe di nuovo accomodarsi in panchina, come no: ieri Ronaldo ha lavorato in parte con la squadra e a questo punto crescono le possibilità di vederlo in campo. Nessuno però rischierà nulla, visto che si tratta solo della prima puntata e considerato quanto proprio Kean garantisce: piena affidabilità.
Chi invece è pressochè certo del posto è Federico Bernardeschi, già straripante contro l’Atletico Madrid negli ottavi: «In Champions nessuna squadra concede nulla, quindi dovremo fare due grandi partite. Quello che l’Ajax ha fatto a Madrid ha sorpreso tutti, ma questa è la Champions: tutti possono battere tutti. Non ci sono regole, ogni partita è una battaglia. Ed è meraviglioso fare parte di un’avventura e di una squadra come questa».
DOMENICO LATAGLIATA
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