Marco Marzocca
5:00 am, 27 Marzo 19 calendario

“Ariel? Il mio omaggio alla comunità filippina”

Di: Redazione Metronews
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ROMA Alcuni se lo ricordano quando, con Corrado Guzzanti nei panni di Emilio Fede, interpretava Michelino. Altri per il suo notaio con le tre opzioni: possibole, non possibole, impossibole. Altri ancora per essere stato la mamma di Garibaldi. Tutti  lo conoscono per Ariel, il domestico filippino che, in casa di Signò (Stefano Sarcinelli), ne combina di cotte e di crude. Marco Marzocca sarà da giovedì a domenica 7 aprile al Teatro Ciak di Roma con  “Ciak Signò” accompagnato  dall’immancabile Sarcinelli.
Marzocca, debutta “gividì”? 
«È un caso, ma quale data migliore  per Ariel?».
Il suo personaggio ormai è un classico… 
«Ariel  è diventato un moderno arlecchino. Al Ciak, Stefano ed io portiamo uno spettacolo  che cambierà ogni sera: improvviseremo in base alla risposta del pubblico».
Perché il nome Ariel? Rimembranze shakespeariane?
«Rimembranze anche da La Sirenetta e da un detersivo».
Come, scusi?
«Ammiro molto Shakespeare ma non mi ci sono mai cimentato perché sono un attore artigiano e  l’accento romanesco che ho non aiuterebbe. È e resterà il massimo, ma è lontano da me».
Invece con la Sirenetta e il detersivo ha rapporti intimi?
«Certo. La Sirenetta si rivolge ai bambini, puliti nella coscienza, e il detersivo smacchia bene».
Scherzi a parte, perché ha scelto un domestico filippino? 
«È un omaggio  alla comunità di filippini in Italia, la più grande nel nostro Paese. E poi è il popolo che più si avvicina a noi. Lo amo».
Ama i filippini. Ha sposato una colombiana. Ha vissuto in Florida. Quando si dice: multiculturalità. 
«I filippini sono molto dolci: Ariel, infatti, vince sempre e Signò ne fa le spese. Rispetto alla Florida, invece, sono 9 anni che faccio il pendolare. Mi lamentavo dell’Italia come fanno tutti e mi sono trasferito. Stando fuori ho scoperto invece che il nostro Paese è unico: si fa parte di una comunità e si diventa tutti amici».
Di sua moglie non ne vuole parlare?
«La mia è una famiglia sui generis. Vivo con tre figli, una suocera, un cane e mia moglie a carico. Tutti i loro nomi iniziano, come il mio, con la lettera M. Tranne quello di mia moglie, Liliana, che comanda tutti a bacchetta. Perfino mia suocera, Maria, che balla musica sudamericana e si passa la buccia delle banane sulla pelle perché dice che fa bene». 
Singolare. Torniamo al Teatro. So che lei ha un rapporto particolare col Ciak.
«Prima di essere un Teatro era un cinema: ci  vidi il mio primo film. A 50 metri c’era la farmacia aperta da mio nonno nel 1955 e io abitavo a 200 metri, vicino a Proietti».
Com’era essere il vicino di Gigi Proietti? 
«Ero il suo farmacista. Poi ci siamo incontrati sul set di “Una pallottola nel cuore” e siamo diventati amici. Lui è fantastico».
A proposito di amici, le manca Corrado Guzzanti? 
«Lo vedo sempre e ogni volta gli rompo i coglioni per fare qualcosa insieme: ma lui è più riflessivo di me. Io voglio fare tutto  e subito». 
Cosa vuole fare?
«Tutto. Da ottobre partirà su Rai Premium un progetto che ho ideato sulla storia dello sceneggiato e della fiction dall’inizio della Rai a oggi. Abbiamo girato sei puntate con Sarcinelli – eh sì, vedo più lui che mia moglie! – in cui si farà luce sul backstage con interviste ai parrucchieri o ai macchinisti che sveleranno cosa succedeva dietro la telecamera. E poi ho l’ok da Rai Italia per fare un reality comedy a casa mia».
Una sorta di  “Truman Show”?
«Casa mia è molto peggio, glielo assicuro».
PATRIZIA PERTUSO
 
 

27 Marzo 2019
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