La novità sul clima? Raggiunto il punto di rottura
La paternale anche no. Cosa vogliono questi studenti che scioperano per l’ambiente, quando sono i primi a far la fila per avere l’ultimo iphone? Nutro una fiducia, non indulgente, per i giovanissimi. La tecnologia, e non solo, li ha resi precoci, analitici. E pensanti.
Noi, loro genitori, ce lo sognavamo. Più imbranati. Negli anni Ottanta manifestavamo contro la guerra. L’installazione, sul territorio italiano, dei Pershing e dei Cruise che puntavano verso Est. Dietro le quinte tanta ideologia. Chi parteggiava per gli americani e chi per l’Urss. Qualcosa, i picchetti ai cancelli e le assemblee di classe, hanno inciso su eventi governati da logiche ferree di appartenenza, come la guerra fredda costringeva.
Ma, paradossalmente, quel mondo diviso a metà, ci permetteva su chi fare pressione per risolvere i problemi. Per l’ambiente la faccenda si complica. C’è la Conferenza di Parigi a far sintesi e chiedere impegni, ma poi i vari stati viaggiano per loro conto. Chiederne conto è una fatica. In una intervista a Piero Angela, su la7, emergeva la saggezza pratica, e le difficoltà, di trasformare una economia ancora fortemente poggiata sul petrolio. Che fa girare la ruota, dà lavoro, sfama miliardi di persone. E, la politica che cattura consenso. La novità è aver raggiunto il punto di rottura. Quelle vecchie pratiche cannibalizzano il futuro. Mi sono fatto un giro tra le pianure del Nord. Scenari desertici. Canali d’irrigazione senz’acqua. Miliardi di danni alle colture. Se non è cannibalismo questo.
Lo sciopero di oggi è per farci vergognare. Dopo, però, impegnatevi a essere classe dirigente. Ribellatevi. E al “contentino” del Nobel per la pace all’icona Greta, francamente, fate una pernacchia.
MAURIZIO GUANDALINI
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