Tav, Salvini: “Incrinatura Ma io vado fino in fondo…”
“Abbiamo speso dei soldi per scavare chilometri di tunnel sotto una montagna. Nessuno mi farà cambiare idea” sulla Tav.Lo ha detto il ministro dell’Interno Matteo Salvini, intervenendo a ‘Dritto e Rovescio’. “Nessun ministro della Lega firmerà per bloccare i lavori, spero che nelle prossime ore si riparta. Per quello che mi riguarda, si fa”, ha aggiunto Salvini. “Siamo in due a dire di no, vediamo chi ha la testa più dura. Sono abituato ad andare fino in fondo. Voglio un’Italia che va avanti”, ha poi risposto a chi gli chiedeva cosa succede se Luigi di Maio continua a insistere con il ‘no’ alla Tav.
“Se i no diventano troppi…”. “C’è un’incrinatura… Non sono per carattere, educazione e rispetto politico uno che e’ disposto a fare il ministro spostandosi di qua e là a secondo della convenienze e dei sondaggi. A meno che i no diventino troppi, conto di continuare a fare il ministro con questa formazione, coi no non si va da nessuna parte”.
Muro contro muro. È ancora stallo sulla Tav, ma il livello di conflitto si alza e il tempo stringe. A certificarlo è il presidente del Consiglio in persona che, però, esclude una crisi di governo, benché anche dopo la sua conferenza le posizioni opposte nella maggioranza continuano a a radicalizzarsi. E lunedì scadono i termini per i bandi del Telt, primo oggetto del contendere. Conte rinvia la decisione sui bandi a lunedì, pur ammettendo che anche in questo caso «c’è lo stallo». Le posizioni di Luigi Di Maio e Matteo Salvini restano distanti, sebbene il confronto «sia leale e franco» ma «non stiamo affatto litigando», assicura Giuseppe Conte. Però non sembra proprio così: dalla riunione dei gruppi parlamentari dei 5 Stelle arriva una posizione oltranzista: il no alla Tav non è più in discussione. Risponde Salvini: «Per me si fa, per quel che mi riguarda.
Trincea del tuttocontrapposta per Di Maio. La Tav va fermata «definitivamente» e i bandi non devono partire. Anche perché ora, nel momento decisivo, è arrivato pure l’appoggio del capo di governo. Luigi Di Maio rilancia la posizione contraria del Movimento: «I dati dimostrano che avevamo ragione, perché l’analisi costi benefici commissionata dal Mit riguarda sia la Francia che l’Italia, ed è fortemente negativa«.
Conte. Il premier, premettendo di non avere mai espresso posizioni a favore o contro la Tav, non nasconde tutte le sue perplessità sull’opera: «Nessun pregiudizio ideologico, emotivo, o ragioni tattiche, ma ho espresso forti dubbi e perplessità sulla convenienza di questa opera». Per lui la sintesi politica non è ancora arrivata, ma occorre un confronto fra Italia, Francia e Unione europea.
Governatori a favore. Nessun dubbio invece dai governatori del nord: Chiamparino è pronto a chiedere il referendum, i leghisti Fontana e Zaia sono sul piede di guerra. E ancor di più lo è il mondo delle aziende. Associazioni datoriali e di categoria insieme sono pronte a una nuova mobilitazione comune a sostegno della realizzazione della Torino-Lione. Le 33 associazioni delle imprese che animano il fronte del sì insieme ai sindacati sono pronte a scendere in campo. E con loro potrebbero esserci i cittadini che hanno già manifestato.
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