Sanremo 2019
10:00 am, 6 Febbraio 19 calendario

Sanremo, social scatenati ma gli ascolti vanno giù

Di: Redazione Metronews
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SANREMO La prima è andata, senza infamia né lode particolare. A parte il trionfo di vignette, battute e commenti via social (gli internauti si sono scatenati e tra i post, spuntano su Twitter anche quelli del cardinale Gianfranco Ravasi che, durante la diretta, ha pubblicato alcuni versi delle canzoni di Daniele Silvestri e Simone Cristicchi), cosa dicono i dati?
Un calo di ascolti rispetto allo scorso anno: la prima parte della serata inaugurale di Sanremo 2019 (dalle 21.16 alle 23.56) ha tenuto incollati allo schermo (si fa per dire) solo 12.282.000 telespettatori con il 49,4% di share. Lo scorso anno, la prima parte dell’esordio di (dalle 20.43 alle 23.47) aveva ottenuto 13.776.000 telespettatori con il 51,4% di share ma aveva ospitato Fiorello.
Più che dimezzato il grtadimento nella seconda parte della serata di ieri (dalle 0.01 all’1.14) è stata vista da 5.120.000 telespettatori con il 50,1% di share. Mentre lo scorso anno la seconda parte della serata d’esordio aveva ottenuto 6.619.000 telespettatori con il 55,3% di  share. Che fare?
Se si vogliono fare paragoni gli ascolti di ieri sono analoghi a quelli dell’esordio del Carlo Conti bis del 2016, quando la media della prima serata del festival fu di 11.134.000 telespettatori con il 49,48% di share. Ma entriamo nel vivo della kermesse partendo dalla fine della prima serata.
La classifica provvisoria della Giuria demoscopica, divisa in tre fasce (Blu la più alta, Gialla quella
intermedia e Rossa la più bassa):
Fascia blu
Ultimo, Loredana Berté, Daniele Silvestri, Irama, Simone Cristicchi,
Francesco Renga, Nek, Il Volo.
Fascia gialla
Enrico Nigiotti, Federica Carta e Shade, Boomdabash, Negrita, Paola
Turci, Anna Tatangelo, Patty Pravo e Briga, Arisa.
Fascia rossa
Mahmood, Achille Lauro, Nino D’Angelo e Livio Cori, Einar, Ghemon,
Motta, Ex-Otago, Zen Circus.
 
LA SERATA
Inizio “scoppiettante” (per dirla con Bisio) per il 69esimo festival di Sanremo. «Voglio andar via» intona il terzetto, capitanato da Baglioni, sul palchetto che domina la ribalta affidata ai piedi dei ballerini che si scatenano. Il ritmato pezzo di Claudio scalda subito la platea e l’orchestra, poi, un breve saluto del direttore artistico che presenta i “copiloti” Virginia Raffaele e Claudio Bisio (emozionatissimi al suo fianco) e via con il primo sfidante: Francesco Renga. Alla sua ottava volta a Sanremo, il cantautore, tra le più belle voci del panorama italiano, presenta un pezzo di tutto rispetto (Aspetto che torni). Buona la prima! Si passa subito all’insolito duo Nino D’Angelo e Livio Cori (con “Un’altra luce”) e verrebbe da dire “attenti a quei due!” che si divertono non poco sul palco cantando in napoletano, una lingua che accende sempre un alone di magica malinconia. Che importa se ci scappa la stecca?
Tra rock, elettronica e melodia, il testimone passa a un baldanzoso Nek: “Mi farò trovare pronto” è una canzonetta orecchiabile, ma niente di più. Poi arrivano i ribelli The Zen Circus con “L’amore è una dittatura” (cosa molto zen, ma poco sanremese).  Virginia scalda la voce e si stiracchia mentre Bisio elenca dettagli sul Festival, prima di lanciare Il Volo “Musica che resta” cantano… vedremo. Loro sono gasatissimi e all’Ariston sono di casa (il festival lo hanno già vinto nel 2015 con “Grande Amore”). 
Ma quando entra Loredana Bertè, tornata in gran forma, tutti in piedi o quasi per la prima donna della serata: “Cosa ti aspetti da me” però non graffia, non abbastanza. Anche se la Bertè non si discute: si ama.
Ecco il primo ospite Andrea Bocelli – 25 anni dopo la sua prima vittoriosa apparizione tra le Nuove proposte – con “Il mare calmo della sera”, che canta con Baglioni che un po’ si arrampica sulle note. Poi Bocelli padre cede il suo chiodo di pelle nero: «È lo stesso che indossavo 25 anni fa e che mi ha portato fortuna: non è un passaggio di testimone, ma un augurio che di strada ne hai da fare», puntualizza subito un papà Andrea emozionato. «Una grande responsabilità», commenta Matteo indossandolo orgoglioso, prima d’intonare la bella “Fall on me”. Ecco “Father and son” (non ce ne voglia Cat Stevens per la citazione) duettare insieme, il figlio in inglese e il padre in italiano.
Finalmente arriva Daniele Silvestri coadiuvato da Rancore che porta al Festival lo spiazzante “Argento vivo”. Bravissimi. Brano difficile, ma d’impatto Non come la giachetta di Bisio, però, che si concede un siparietto comico, tanto per stemperare il clima di un convincente Sanremo. «Baglioni fa politica al Festival? Ma da sempre la fa: già con “Passerotto non andare via” ha precorso i tempi. Diceva ai migranti di non andare, di venire in Italia. Lui è da sempre un sovversivo». E giù a citare titoli e mozziconi di canzoni del Claudio nazionale che: «Andava a Porta Portese a comprare i jeans al posto della divisa – insiste Bisio – e in Poster canta “qualcuno si lamenta ad alta voce del governo e della polizia”…». Prima che Claudio1 irrompe sulla scena con la sua chitarra e attacca “Sono qui”! E via a cantare tutti insieme, anche il pubblico in sala.
Ma il tempo vola e, neanche a metà serata (dopo il vincitore annunciato Ultimo e una sublime Paola Turci, falcidiata dalla laringite) arriva la Voce della musica italiana: Giorgia, per l’ennesima volta sul palco dell’Ariston ma sempre più emozionata. Tre frammenti dal suo Pop Heart e un duetto con Baglioni sulle note di “Come saprei” (brano trionfatore nel 1995). Far salire Achille Lauro sul palco, subito dopo, è una bestemmia. Ma tant’è. Via via tutti gli altri con una menzione speciale per Ghemon. La sua Rose viola convince. E tanti applausi per Simone Cristicchi e la sua “Abbi cura di me”, dolcissima e poetica preghiera laica. Mentre Irama, da noi intervistato alla vigilia (servizio dell’inviato Francesco Foderà sul nostro sito www.metronews.it) Irama, giovane cantante hip-hop,  “La ragazza con il cuore di latta” ci ha conquistati.
Il pezzo più orecchiabile e radiofonico? Quello di Arisa (Mi sento bene). La Tatangelo? Più matura, ma sempre troppo scontata e troppo uguale a se stessa … Insomma, alla fine della prima serata, manca il ritornello da canticchiare già da domani mattina. Il momento più divertente? Quando arriva Santamaria, il terzo Claudio della serata, che con la Raffaele & Co. fanno il verso al Quartetto Cetra. Ma, tutto sommato, è il Sanremo della normalità, dell’armonia. Ed è già tantissimo, di questi tempi. Ora ci aspetta la seconda serata sperando con meno scivoloni (bersagliati dai social i co-conduttori Raffaele e Bisio, hanno collezionato di due gaffe: prima la comica con quell’ironico “salutiamo i Casamonica” si tira addosso le critiche degli utenti del social, poi Bisio con la storia del Passerotto e dell’immigrazione) e, soprattutto, più brio. E che vinca il migliore…o forse no!
 
 
ORIETTA CICCHINELLI

6 Febbraio 2019
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