Autostrade
9:56 pm, 3 Febbraio 19 calendario

Caos sull’AutoBrennero Il ministro va all’attacco

Di: Redazione Metronews
condividi

Forti disagi per gli automobilisti rimasti anche 12 ore sulla A22 del Brennero per il ghiaccio e per la neve, e quando finalmente è stata liberata sono rimate lunghe code per i camion. E ne è seguita una polemica politica.
Il ministro Danilo Toninelli, all’indomani dei gravi disagi, manda gli ispettori del ministero e approfitta dell’occasione per annunciare che la volontà del governo è rendere “la gestione pubblica”. Toninelli ha mandato i suoi tecnici “per verificare che il concessionario sia intervenuto adeguatamente per garantire la sicurezza degli utenti, come prevede la convenzione”. Il capo del ministero dei Trasporti ricorda che la concessione è scaduta da anni e che l’esecutivo vuole “rinnovarla con una gestione totalmente pubblica e più conveniente per i territori e per chi viaggia”. Anche per il Brennero, come per le altre infrastrutture, schema e copione sono quelli abituali. Per Toninelli la gestione “dell’attuale concessionario non stata stata soddisfacente” e “in questi anni di proroga, continuando a godere di ricchi profitti, ha fatto ricorso contro la rivoluzione che stiamo mettendo in atto”. Una scelta che il ministro definisce “incomprensibile, a meno che la si legga alla luce del tentativo di continuare a guadagnare con gli enormi dividendi”. Ma “noi non ci fermeremo – conclude – siamo convinti della rivoluzione nella gestione delle autostrade che stiamo portando avanti”.
Le opposizione salgono sulle barricate bollando prima di tutto l’uscita come una gaffe, visto che la società autostrada del Brennero è già pubblica, partecipata all’oltre 84,7% da enti pubblici (soprattuttoRegione Trentino-Alto Adige e province autonoe di Trento e di Bolzano) e in mano ai privati per il 14,16%.
Poi arriva la spiegazione del ministro. Il nodo vero da sciogliere è quello degli extraprofitti dell’attuale Autobrennero Spa che secondo il ministro Toninelli dovrebbero tornare allo Stato perché realizzati negli anni un cui la concessione era già scaduta e che gli attuali soci non vogliono restituire. 

3 Febbraio 2019
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo