Maurizio Guandalini
5:08 am, 10 Gennaio 19 calendario

Una umanità popolata di pupazzi rockfeller

Di: Redazione Metronews
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E già, caro Barbieri. Hai ragione tu. Scrivendo, ieri, su Metro che fare i buoni si rischia di incassare cavagne di insulti. Sui social. Nell’x factor istantaneo, h24, dell’uno vale uno. Del giudicare. Come dare del ciccione al figlio di Briatore perché sta sulle palle la sua ricchezza. Paradossalmente, poi non tanto, ieri, l’Economist, ha spinto in basso, in graduatoria, l’Italia, per poca democrazia. Dal 21esimo al 33esimo posto. La crisi di partiti, istituzioni e sindacati trascina il popolo ad aggrapparsi a leader forti. Ad affezionarsi a modelli simili a loro. Dal vaffa con l’odio incorporato. Si pensava che l’open air di dire la propria fosse lo strumento che faceva accrescere la partecipazione. E quindi lo scambio di idee. Nella pratica ha coltivato una comunità di uguali. Popolata di pupazzi rockfeller. Quell’uccellaccio nero animato da una sola voce. Quella del suo ventriloquo. Peccato che in questa perdita di autorità, i primi a sguazzarci dentro sono i cosiddetti intellettuali. Che pur di stare in tv, invece di educare le masse incolte e acide, si sono calati alla perfezione nelle parti in commedia. Urlando e sbraitando nei programmi della favella da alto ascolto. Addirittura agghindandosi da montanari della transumanza in scene da un matrimonio a braccetto con la giornalista-conduttrice di turno. Roba da non capirci nulla.
E’ una malattia che ha preso pure i professoroni d’oltralpe, intenti a spararne di più  banali che non si può, simil le uscite di quello scrittore francese che non gli piace andare con le cinquantenni perché preferisce le ventenni. Materiale per l’ottavo blog. Dove la fake, il farlocchismo, far casino diventano arti sapienti di un nuovo vivere.
Ma chi si preoccupa di rimettere a posto i cocci sparsi? Un ricambio generazionale di modi è linguaggi c’è. Irama, Salmo, Ebbasta, Ultimo sono le staffette musicali di Spotify. Noi, un po’ scettici che si riesca, nel breve, a volgere al bello, ripassiamo Bohemian Rhapsody dei Queen. Un non so che di sapore antico.
MAURIZIO GUANDALINI

10 Gennaio 2019
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