Cinema/I Moschettieri del Re
8:30 am, 19 Dicembre 18 calendario

I Moschettieri del Re, un’armata 2.0

Di: Redazione Metronews
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ROMA Loro sono Pierfrancesco Favino, Valerio Mastandrea, Rocco Papaleo e Sergio Rubini. Ovvero: D’Artagnan, Porthos, Athos e Aramis. Al grido di “Tutti per uno, uno per tutti”, si sono riuniti alla corte del regista Giovanni Veronesi per “Moschettieri del Re. La penultima missione”. Una sorta di armata Brancaleone dei tempi nostri che vede Favino/D’Artagnan come puzzolente allevatore di maiali, Porthos/Mastandrea completamente perso tra i fumi di una droga che produce lui stesso, Athos/Papaleo “sofferente” di sessualità bipolare e Aramis/Rubini che per sfuggire ai creditori si è fatto prete.
Poi c’è la regina Anna/Margherita Buy leggermente avvinazzata, tutta presa nel cercare di salvare le sorti della Francia dal perfido cardinale Mazzarino/Alessandro Haber e dalla sua complice Milady/Giulia Bevilacqua.
Potrebbe  bastare così per questo film che arriverà al cinema il 27 dicembre. Se non ci fossero le dichiarazioni di due dei quattro moschettieri 2.0 che dimostrano quanto i loro ruoli siano stati “sofferti”. 
«Non ho mai capito cosa fosse il cameratismo – confessa Rubini – l’ho capito soltanto facendo  questo film. E non avevo mai sognato di essere moschettiere».
«Nemmeno io avevo mai sognato di fare il moschettiere – controbatte Mastandrea – Io non ho manco letto il romanzo di Dumas: come tutti i classici è stampato in corpo sei».
A proposito di classici. Veronesi ammette di aver pensato al Brancaleone di Monicelli ma «solo il paragone mi fa paura. Oggi sono altri tempi». Amen.
PATRIZIA PERTUSO

19 Dicembre 2018
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