il caso di maio
3:53 pm, 3 Dicembre 18 calendario

Di Maio padre chiede scusa “Ho sbagliato, è colpa mia”

Di: Redazione Metronews
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“Questa volta Facebook lo uso io”. Antonio Di Maio prende posizione in prima persona “per parlare di una vicenda che ormai è sotto i riflettori”. “Sono emozionato perciò leggo questa lettera che sentivo il dovere di scrivere”, spiega il padre del vicepremier e capo politico M5S. Abito grigio e cravatta in tinta, Antonio Di Maio si presenta come “semplicemente un piccolo imprenditore”, che, riconosce, “ha commesso degli errori”.  Chiede scusa, Antonio Di Maio. Alla famiglia, agli operai “che hanno lavorato senza contratto per la mia azienda anni fa”. E al figlio, Luigi, “che stanno cercando di attaccare ma, come ho già detto, lui non ha la minima colpa e non era a conoscenza di nulla”.    Si descrive come piccolo imprenditore ma anche come padre, ed è ovviamente in questa veste che chiude il video per dire di Luigi “posso solo incoraggiarlo ad andare avanti, ma non perché è mio figlio, ma perché credo che stia facendo il bene di questo Paese, contro tutto e contro tutti”. 
“Nessuna elusione”. “Come ogni padre ho provato a non far mancare nulla alla mia famiglia. Per questo, nei periodi difficili, ho cercato di andare avanti da solo perché non volevo pesare su di loro. So che tanti papà – annota – mi capiscono”.    “Luigi a volte mi ha dato una mano in azienda, come fanno tanti figli con i padri e ci sono tutti i documenti che lo provano, lui li ha già pubblicati. Io sono molto orgoglioso dei miei figli e sono orgoglioso di Luigi”, sottolinea Antonio Di Maio che poi affronta anche il sopralluogo della Municipale a Mariglianella. Parla del sorvolo di un drone, di “telecamere e giornalisti ovunque” e recrimina che “forse non spetta a me giudicare, ma mi sembra un trattamento che si riserva a un pericoloso criminale e mi spiace anche per i miei vicini e per tutto il Paese”. “Ammetto – aggiunge – che nel cortile avevo lasciato qualche mattone e dei sacchi con materiale edile e altre cose. Anche in questo caso, se ho sbagliato me ne assumo la responsabilità, ma essendo la mia proprietà privata non pensavo che questo potesse essere addirittura un reato ambientale.    Altro capitolo, aperto da un nuovo servizio delle Iene di ieri: “Voglio precisare una cosa importante: non esiste nessuna elusione fraudolenta. Nel 2006 ho deciso di chiudere la mia azienda per debiti tributari e previdenziali che non ero in grado di pagare. Questi avevano bloccato l’attività di impresa per cui non vi era altra strada che chiuderla. Non ho sottratto i miei beni alla garanzia dei creditori, tanto è vero che, 4 anni dopo, nel 2010, Equitalia Polis Spa agente della riscossione per la provincia di Napoli iscrive ipoteca legale su due terreni e un fabbricato di mia proprietà a Mariglianella. Successivamente mia moglie ha avviato una nuova attività di impresa che ha pagato regolarmente le tasse. Quindi – assicura – non c’è stato nessun intento elusivo: né elusione di imposte sui redditi prodotti dalla nuova ditta di mia moglie, né sottrazione della garanzia patrimoniale per i miei debiti pregressi alle pretese dei creditori”. 

3 Dicembre 2018
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