Una nuova sede per la RiMaflow 2.0
Stop allo sgombero, rinviato al 30 aprile, e firma del protocollo con Unicredit per trovare una sede alternativa. E i lavoratori della cooperativa RiMaflow gridano «Vittoria!» La svolta è arrivata ieri alle 9,30, mentre alcune centinaia di persone presidiavano lo stabilimento di Trezzano sul Naviglio che dal 2013 ospita attività basate sul riciclo, dal coworking all’artigianato, sostenute da LIbera e Caritas e autogestite dalla cooperativa dei lavoratori lasciati a casa dopo il trasferimento della Maflow in Polonia. La vittoria è su più fronti, a cominciare dal riconoscimento del ruolo solidaristico e sociale dell’esperimento, riassunto in un comunicato della prefettura, che ha rivendicato l’opera di mediazione condotta assieme alla Caritas ambrosiana e all’imprenditore Marco Cabassi. Il protocollo sottoscritto ieri dinanzi al prefetto Renato Saccone da Rimaflow Società Cooperativa a.r.l. e Unicredit leasing Spa definisce «un percorso condiviso in ordine al rilascio dell’immobile e all’individuazione di un altro sito idoneo dove trasferire le attività». Unicredit dovrà dare un suo contributo versando al fondo solidarietà della Caritas
Per festeggiare il rinvio gli operai e simpatizzanti, tra cui l’attore Moni Ovadia e don Gino Rigoldi, si sono mossi in corteo dai cancelli della fabbrica, attraversando le vie della zona industriale della cittadina, a ridosso della tangenziale. «Abbiamo portato a casa il risultato con la seconda banca di Italia. Questa vittoria ci permette di tirare il respiro e organizzare RiMaflow 2.0, sinonimo di solidarietà e bene comune. Unicredit ci ha proposto di acquistare l’immobile, ma noi stiamo già guardando oltre», spiega Gigi Malabarba, operaio, sindacalista, tra i fondatori di RiMaflow. Assente il Comune di Trezzano sul Naviglio, che pure si era fatto a suo tempo promotore del tavolo di trattativa.
PAOLA RIZZI
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