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9:26 pm, 27 Novembre 18 calendario

Manovra, sorrisi a Ue «ma non si cambia»

Di: Redazione Metronews
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ROMA «Stiamo rifacendo i conti su tutto. Ma il numerino arriva alla fine e rimane l’impegno per “quota 100” e reddito di cittadinanza a marzo 2019». Così il vicepremier Matteo Salvini, che aggiunge: «Faremo di tutto perchè non ci sia la procedura di infrazione dell’Europa. Conte è tornato da Bruxelles con un messaggio positivo e anche io sono positivo, sorrido perchè mi hanno detto che se sorrido lo spread scende». Il vicepremier precisa comunque che «la manovra uscirà dal Parlamento diversa da come è entrata, questo è sicuro, perchè il Parlamento è sovrano». Occhi puntati dunque sugli emendamenti che nelle prossime ore proveranno a correggere il tiro.
Moscovici: questione di regole
«Non è una questione di discutere di cifre, non si tratta di cercare una media – ha fatto però sapere il commissario Ue, Pierre Moscovici – si tratta di rispettare le regole, anche se in maniera flessibile le regole vanno rispettate». E sul governo si è fatto sentire anche il pressing del Quirinale, con l’ammonimento ad ammorbidire la linea con Bruxelles per trovare un possibile dialogo «nell’interesse dell’Italia e della sua economia». «Un dialogo con l’Unione europea sulla manovra è positivo – concorda il presidente dell’Inps, Tito Boeri, in riferimento all’altalena dello spread – perchè dobbiamo cercare di evitare di contribuire a pagare questa tassa con questi rendimenti».
Casa nel mirino
Intanto, mentre con un emendamento al decreto Fiscale approvato in commissione Finanze del Senato arriva la sanatoria per coloro che hanno venduto immobili a prezzi di mercato sebbene fossero stati acquistati con la formula dell’edilizia agevolata, Confedilizia mette i puntini sulle i riguardo le ipotesi ventilate nella Legge di Bilancio di riunire Imu e Tasi: «La proprietà immobiliare, la cui tassazione patrimoniale è passata dai 9 miliardi di euro annui di Ici del 2011 ai 21 miliardi di Imu e Tasi, avrebbe urgente necessità di una forte riduzione di tale insopportabile carico fiscale, non già del suo innalzamento». «Se si vuole davvero semplificare – e, soprattutto, rendere più equa – la tassazione locale, si istituisca una vera e propria service tax», spiega Confedizia. Se invece l’obiettivo è un mero accorpamento delle due imposte che gravano sugli immobili allora Confedilzia chiede che «non si aumenti l’aliquota massima del 10,6 per mille, già fuori misura dopo lo spropositato aumento avvenuto con l’istituzione dell’Imu ad opera della Manovra Monti». Confedilizia chiede, inoltre, che «si mantenga la detrazione minima di 200 euro e si preveda la deducibilità dal reddito della nuova imposta per tutti i contribuenti». «Un intervento organico sull’imposizione tributaria locale – è la conclusione – non dovrebbe essere “sprecato” con la mera unificazione delle attuali Imu e Tasi. Men che meno se tale unificazione porta con sé un aumento dell’aliquota massima complessivamente applicabile».
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27 Novembre 2018
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