Serie tv/L'amica geniale
2:59 pm, 22 Novembre 18 calendario

Costanzo: «L’amica geniale ce l’avevo in casa»

Di: Redazione Metronews
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ROMA «Leggendo il romanzo mi son sentito come un bambino sulle montagne russe, con la paura di voltar pagina». È stato questo il primo approccio di Saverio Costanzo davanti alle pagine de “L’amica geniale” che ha tradotto per la tv in quattro puntate (in onda dal 27 in prima serata su Rai1 e on line su Raiplay) per una serie venduta in oltre 56 paesi dell’universo mondo e che è di certo la più attesa dell’anno, prevedibilmente, considerando l’immensa scrittrice e l’ottimo regista. Che viene dal cinema, nel cinema è cresciuto ma che  della tv non ha paura.
Così se gli si chiede della traduzione in un linguaggio televisivo rispetto a quello cinematografico, risponde: «Non è un problema per me, è ovvio che la tv è un elettrodomestico e ci si distrae vedendola, ma io continuo a raccontare come so fare, ostinatamente. Il problema degli ascolti non mi riguarda,  ma speriamo bene: il mio impegno è stato lo stesso. Quello che si vede in sala è molto più interessante rispetto a quello che si vede in tv, dove alcuni dettagli si perdono. Il nostro approccio comunque non è stato fare qualcosa per la televisione, come se fosse una cosa screditante, ma per il cinema».
E non è tutto. Giustamente Costanzo non vuol neanche sentir parlare di generi: «Non so se una donna avrebbe tradotto in film questa storia di crescita meglio di un uomo. Non riesco a pensare in termini di maschile e femminile, pensarla in termini di genere mi sembra assurdo. Di certo non avrei potuto scrivere questo libro, ma da lettore, anche maschio, sono in grado di capirlo e da regista posso portarlo sullo schermo. Per di più sono stato allevato da femmine, anche colleriche e toste, sono abituato al femminile ma, certo, sono un uomo, profondamente uomo. Eppure credo di aver potuto raccontare sullo schermo l’universo di Elena Ferrante».
Il resto è andato liscio come olio: «Abbiamo cercato di disturbare la Ferrante il meno possibile – prosegue Saverio Costanzo – il romanzo era già il 95% del nostro lavoro, il resto potevamo farlo noi. Il rapporto con la Ferrante è stato un rapporto che si ha con una persona con cui si lavora… ma lei è a Shangai. Ci siamo solo scritti. Sospetto che desiderasse una trasposizione anche più infedele».
Allora non perdete questa storia di due donne che attraversano una vita intera specchiandosi l’una nell’altra, dall’infanzia all’età adulta, nella Napoli popolare e stracciona degli anni Cinquanta.
Non perdetevi questa  megaproduzione che ha messo in scena oltre 150 attori e 5000 comparse, dopo aver provinato 8000 bambini nelle scuole di mezza Campania per scegliere Elisa Del Genio e Ludovica Nasti, rispettivamente Elena e Lila bambine, e Margherita Mazzucco e Gaia Girace nei panni delle protagoniste adolescenti.
Megaproduzione, firmata da Lorenzo Mieli e Mario Gianani per Wildside e da Domenico Procacci per Fandango in collaborazione con Rai Fiction, che ha richiesto un imponente lavoro di ricostruzione dell’antico Rione, 20 mila metri quadrati di set costruiti in oltre 100 giorni, oltre a 4 palazzine nate dal nulla, 5 set di interni, una chiesa e un tunnel, per non dire dei circa 1500 costumi tra realizzazioni originali e repertorio.
Non perdetevi, insomma, il viaggio dentro un altro mondo.
SILVIA DI PAOLA

22 Novembre 2018
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