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10:23 pm, 20 Novembre 18 calendario

Governo va sotto in Aula Attesa per il giudizio della Ue

Di: Redazione Metronews
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Roma  Lo spread ruggisce alla vigilia del giudizio Ue sulla manovra italiana, e in Parlamento precipita la situazione nella maggioranza che va sotto su un emendamento al ddl Anticorruzione tanto che la Camera sospende la seduta. Giornata dura per il governo che oggi attende la pubblicazione delle osservazioni della Commissione europea sulla manovra di bilancio. Con il progetto di bilancio che si avvia a essere bocciato, il differenziale tra Btp e Bund tedesco vola in mattinata fino a 336 punti base, attestandosi ai massimi dall’aprile del 2013. Poi ripiega, ma a fine seduta resta comunque su livelli di guardia. La chiusura è a 326 punti base, con il decennale italiano al 3,61%. «Ovviamente sono preoccupato» per lo spread oltre 300 punti base, ammette il ministro dell’Economia, Giovanni Tria. In effetti lo spread comincia a dispiegare i primi effetti, aumentando i costi dei prestiti per famiglie e imprese. L’Abi avverte nel suo bollettino mensile che i tassi di interesse sulle nuove erogazioni salgono in ottobre. Il governo contava sul sostegno degli italiani, che per il momento non stanno però rispondendo. Con la quattrodicesima edizione del Btp Italia, il titolo del Tesoro pensato per i risparmiatori, la domanda è stata appena di 481,3 milioni, il peggior debutto per un collocamento di questo tipo dal 2012. L’obiettivo del governo, di raccogliere tra i 7 e i 9 miliardi, appare ancora lontano, quando mancano solo due giornate di offerta. Inoltre ieri Confindustria ha stimato per il quarto trimestre crescita debole. 
La crisi politica
Ma mentre i vicepremier Salvini e Di Maio cercavano di tranquillizzare dicendosi certi che la situazione migliorerà («Lo spread non può che scendere») e il sottosegretario Giorgetti reagiva allo spread affermando «Speriamo che si vieti finalmente la vendita allo scoperto anche in Italia», nell’Aula della Camera la maggioranza si trovava con un nuovo problema. Nel provvedimento Anticorruzione il governo viene battuto pesantemente su un emendamento a voto segreto, un emendamento peraltro dal contenuto rilevante rispetto alle discussioni che già c’erano state nei giorni scorsi: una ridefinizione in modo restrittivo del peculato. Subito sono partite le accuse incrociate su chi siano stati i franchi tiratori che hanno fatto saltare l’accordo. I sospetti cadono sulla Lega, che già aveva espresso perplessità, ma allo stesso tempo il capogruppo ha negato la responsabilità. Il fatto è chei numeri sono ampi. Alla maggioranza sono mancati 36 voti, ma in raltàben più di 100 se come dicono Pd e Fdi hanno votato contro l’emendamento.

20 Novembre 2018
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