editoria
2:35 pm, 13 Novembre 18 calendario

“In tribunale chi diffama” In piazza i sit in dei giornalisti

Di: Redazione Metronews
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“Porteremo davanti ai giudici coloro i quali si rivolgono a noi con accuse infamanti e non provate. Vorremmo essere giudicati per quello che facciamo, le definizioni date devono essere provate”. Lo ha detto il presidente dell’Ordine dei giornalisti dell’Umbria, Roberto Conticelli, che ha partecipato questa mattina al flash mob promosso dall’Associazione stampa umbra davanti alla Prefettura di Perugia, in difesa della libertà di stampa e contro gli attacchi ai giornalisti. “Qui abita un infimo sciacallo”, “Difendiamo l’articolo 21 della Costituzione”, si legge sui volantini sorretti dai partecipanti, in riferimento alle affermazioni sulla categoria degli esponenti del Movimento 5 stelle. 
Sit in. “Non c’e’ mai stato un attacco simile all’informazione. Motivo per il quale oggi siamo scesi nelle piazze d’Italia con 20 presidi. E non intendiamo fermarci qui: il nostro obiettivo è far pubblicare un unico editoriale su tutte le testate in difesa della libertà di informazione, come è avvenuto negli Stati Uniti. Se occorrerà, organizzeremo anche una grande manifestazione nazionale, non dei giornalisti, ma di tutti i cittadini che vogliono difendere l’articolo 21 della Costiutuzione”. Lo ha detto il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, intervenendo al flash mob organizzato a Roma, in piazza Santi Apostoli, “per contestare la deriva di un linguaggio della politica fatto di insulti e minacce a chi ogni giorno svolge il proprio dovere di informare i cittadini”. Giulietti ha poi osservato: “E’ la quinta volta che un uomo mite e moderato come il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è dovuto intervenire su questo tema, l’ultima volta ieri. Dobbiamo dire basta a questi attacchi e abbandonare le conferenze stampa dove non si possono fare domande. Raffaele Lorusso, segretario della Fnsi, ha infine sottolineato che i tagli al fondo per l’editoria annunciati dal governo “sopprimerebbero non i grandi giornali, per i quali il fondo già non esiste più, ma quelli piccoli, come quelli diocesani. Insomma, si andrebbero a colpire i più deboli”. Tra i cartelli esposti nel corso della manifestazione, si legge: “Giù le mani dall’informazione”, “No bavaglio”, “basta fascismo”.
L’Ordine: “Di Maio via dalla categoria”.  “In passato ci sono state critiche, anche al di fuori dei binari della correttezza, e ci sono state delle risposte, ma qui siamo ben oltre perché siamo arrivati agli insulti. E insultare i giornalisti non significa soltanto delegittimare chi svolge quotidianamente una professione, ma significa attaccare il concetto di libera stampa, e quindi il diritto del cittadino ad essere informato, che è alla base dell’articolo 21 della Costituzione”. Lo ha affermato Carlo Verna, presidente dell’Ordine dei Giornalisti, al flash mob della Fnsi a Roma, “per contestare la deriva di un linguaggio della politica fatto di insulti e minacce a chi ogni giorno svolge il proprio dovere di informare i cittadini”. Secondo Verna, il vicepremier Luigi Di Maio, iscritto all’Ordine dei Giornalisti come pubblicista, dovrebbe lasciare la categoria per le dichiarazioni sui giornalisti: “Sono rimasto stupito dalle sue parole e gli ho chiesto subito di trarre le conseguenze delle sue affermazioni. Perché non lasciare l’Ordine dei giornalisti, dove lui evidentemente non sta bene? Pensiamo che per coerenza se ne dovrebbe andare”. Verna ha poi sottolineato: “La libertà di stampa è qualcosa di corroborato da una cultura di questo Paese che va al di là di chi temporalmente lo governa. Tuttavia, noi dobbiamo con fermezza e determinazione respingere subito qualsiasi tipo di attacco, soprattutto perché è un attacco concatenato. Questo è il punto finale di una serie di iniziative contro la liberta’ di stampa che sono state poste in essere negli ultimi tempi dai leaders del M5S. Dobbiamo spiegare a chi ha giurato lealtà alla Costituzione che l’informazione è per i governati e non i governanti, come magari qualcuno vorrebbe che fosse”. 
AgCom. L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni sottolinea l’esigenza di un’informazione libera, pluralista, rispettosa della dignità delle persone, del ruolo delle forze politiche e dell’autonomia professionale dei giornalisti. Segnala pertanto che ogni attacco agli organi di stampa rischia di ledere il principio costituzionale di libera manifestazione del pensiero, che è alla base del pluralismo dell’informazione e del diritto di cronaca e di critica.

13 Novembre 2018
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