Per l’Ipa 3 milioni di risarcimento

ROMA. Venticinque persone sono state condannate dalla Corte dei Conti a risarcire per circa tre milioni di euro l’Ipa, l’Istituto di previdenza e assistenza dei dipendenti del Comune di Roma. I giudici delle sezione giurisdizionale del Lazio hanno cristallizzato un decennio di «liquidazione di somme destinate ad aggiornamento professionale, raggiungimento di obbiettivi e compensi aggiuntivi». L’Ipa è un ente privato, partecipato dal Campidoglio per il 2% mentre il restante 98% è costituito dai contributi versati dai dipendenti capitolini e gli episodi acclarati dalla Corte dei Conti si riferiscono al periodo che va dal 2002 al 2012. Dal maggio 2017 l’ente è in liquidazione.    Secondo i giudici contabili ammontano a 2.922.640,61 euro le somme sottratte alle casse dell’ente.  «Non risulta – si legge nel dispositivo della sentenza – che la corresponsione delle somme per raggiungimento obiettivi o per aggiornamento professionale fosse preceduta da alcun controllo circa l’effettività del risultato raggiunto». Tra i condannati  c’è un lungo elenco di dipendenti del Comune, tra cui Giovanni Catanzaro, ex comandante della Polizia Municipale ed Enrico Fantauzzi, presidente dell’Ipa.
AGI