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8:56 pm, 30 Ottobre 18 calendario

Pressing Ue sull’Italia Banche sotto esame

Di: Redazione Metronews
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ROMA Dalla Commissione europea arriva una nuova lettera per il ministero dell’Economia italiano nella quale si chiede «di fornire una relazione sui cosiddetti fattori rilevanti che possano giustificare un andamento del rapporto debito/pil con una riduzione meno marcata di quella richiesta» e si paventa un effetto contagio: «Il debito pubblico italiano rimane una vulnerabilità cruciale». Un pro-memoria anche per ricordare la scadenza del 13 novembre per inviare la risposta a Bruxelles. Ma un’altra data, più vicina, crea forte tensione. È quella di venerdì 2 novembre quando arriveranno i risultati degli stress test Eba sulle banche e quelle italiane sono considerate le più a rischio d’Europa, soprattutto a causa della montagna di titoli di Stato che hanno in pancia, la cui svalorizzazione potrebbe rendere necessaria una costosa ricapitalizzazione e favorire una stretta del credito per imprese e famiglie.
Il puzzle del reddito
È atteso intanto l’approdo della manovra in Parlamento, dopo che in queste ore sarà completato il passaggio formale del vaglio del presidente della Repubblica. Non ci saranno dentro reddito di cittadinanza e “quota 100”. «Ho sempre detto che si parte dal 2019 e saranno in un provvedimento che faremo il giorno dopo l’approvazione della Legge di Bilancio», ha spiegato il vicepremier Luigi Di Maio. «Per “quota cento” l’obiettivo è febbraio, mentre per il reddito di cittadinanza servirà qualche mese in più», ha precisato Armando Siri, sottosegretario leghista alle Infrastrutture. Allo slittamento si sommano le complessità sui criteri di attuazione del reddito di cittadinanza (riferimenti Isee, casa di proprietà) che rischiano di ridurre la platea dei beneficiari e l’ammontare dell’assegno (integrazione).
Problemi interni al M5S
Il Movimento 5 Stelle deve vedersela nel frattempo con la crescente fronda interna riguardo il decreto sicurezza, provvedimento all’esame del Senato e già all’ordine del giorno dell’Aula di lunedì sul quale aleggia la possibilità che il governo si orienti a porre la questione di fiducia. I mal di pancia nel Movimento resistono, nonostante l’appello del capo politico ad esser uniti «come una testuggine romana». Almeno quattro senatori pentastellati – e a Palazzo Madama la maggioranza non largheggia nei numeri – insistono affinchè il provvedimento venga modificato. Ieri sera è saltata l’assemblea parlamentare congiunta del M5S. Anche il premier Giuseppe Conte ha richiamato i senatori al rispetto del contratto di governo da parte di chi sostiene la maggioranza.
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30 Ottobre 2018
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