Roma/Teatro Argentina
8:00 am, 24 Ottobre 18 calendario

«Il mio Barry Lyndon tra il romanzo e il film»

Di: Redazione Metronews
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ROMA «Barry Lyndon è il tipo di bugiardo, avido e millantatore che, in una società come le nostra, sarebbe perfettamente a suo agio. Ecco perché conserva intatto tutto il suo fascino». A dirlo è Giancarlo Sepe, che da oggi al 4 novembre dirige lo spettacolo tratto dal romanzo di Thackeray all’Argentina.
La sua versione deve più al romanzo dello scrittore di Calcutta o al capolavoro di Kubrick? 
«Se non avessi visto il film, non avrei conosciuto il libro. Dunque la mia pièce vuole certamente essere un omaggio alla pellicola. Però, al contrario di quanto accade sul grande schermo, io racconto le vicende in prima persona, come avviene nel romanzo. Credo che così si riesca a catturare meglio lo spettatore».
Come è riuscito a contenere la grande mole narrativa sulla scena? 
«Attraverso crasi e ripetizioni che sono presenti sulla pagina, ma anche studiando il superbo lavoro di montaggio fatto dal regista del Bronx. Comunque, sia nel libro che nel film, ad una prima parte molto frizzante, ne segue una  meno ritmica, più oscura. Spero di essere riuscito ad alleggerirla».
Come mai ha scelto Barry Lyndon? 
«Tra i miei lavori (tanti ormai, sono  103!), è forse l’unico che può essere accostato ad una sorta di romanzo popolare, anche se l’obiettivo resta sempre quello di stimolare la mente del pubblico e non di propinargli una “pappa pronta”».
DOMENICO PARIS

24 Ottobre 2018
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