Irama: «Io sono un cantante ibrido»
ROMA È l’ultimo vincitore di “Amici” e il nuovo idolo delle teenager. Il 22enne Irama tenta il salto di qualità col nuovo cd, “Giovani”.
Dove vuole arrivare?
«Mi piacerebbe che la mia musica arrivasse a tutti. Perché certi temi sono universali e li metto nelle mie canzoni: i testi sono autobiografici, ci sputo il sangue sopra».
E, allora, perché “Giovani”? Sembra riferito solo alla sua generazione…
«La rabbia, la rivalsa e i nodi in gola di cui parlo li hanno provati anche i 50enni di oggi. E alla fine dico “giovani per sempre”: perché è bello vedere in un adulto un pizzico di sana follia. Cerco di instaurare un dialogo con chi è più grande, come faccio in “Rockstar”, in cui mi confronto con mio papà».
La sua musica unisce stili e generi diversi.
«È il bello di questo momento artistico in cui c’è grande libertà. Mi considero un ibrido: adoro cantautori come Guccini e De André, ma anche il rap. E li mescolo».
“Poi, poi, poi” è il brano più duro. Quasi un’invettiva.
«È l’ultimo pezzo che ho scritto, avevo un po’ il dente avvelenato. E ribadisco certi concetti: non sono un rapper, né un morto di fama. È la mia piccola “Avvelenata”, con rispetto parlando».
Che ricordi ha del talent?
«Un’esperienza importante e molto faticosa, dove ti metti in gioco a livello personale e artistico. Ti fa crescere, ma devi darci dentro».
A quando il tour?
«Partirò il 24 novembre da Roma; con me avrò una band. Sarà uno spettacolo vero, nel quale racconterò le mie canzoni. E la mia vita».
DIEGO PERUGINI
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