DELITTO YARA
7:00 am, 8 Ottobre 18 calendario

Yara, per Bossetti l’ultimo verdetto?

Di: Redazione Metronews
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ROMA Potrebbe arrivare già venerdì la parola fine nel processo sull’omicidio della 13enne Yara Gambirasio, scomparsa il 26 novembre 2010 a Brembate di Sopra nel bergamasco dopo essere uscita dalla palestra e ritrovata morta tre mesi dopo in un campo a 10 km di distanza. Unico imputato è Massimo Giuseppe Bossetti, il muratore 48enne in carcere da oltre 4 anni. Il 12 ottobre la prima sezione penale della Cassazione esaminerà i ricorsi presentati contro la sentenza emessa dalla Corte d’assise d’appello di Brescia il 17 luglio 2017, che ha confermato l’ergastolo per l’imputato.
Il nodo del Dna
Ad impugnare il verdetto di secondo grado sono stati sia i difensori di Bossetti – con un ricorso di oltre 600 pagine – che la Procura generale di Brescia: se quest’ultima chiede soltanto di annullare l’assoluzione pronunciata in entrambi i giudizi di merito nei confronti dell’imputato in relazione al reato di calunnia ai danni di un collega, la difesa invece punta a far riaprire l’istruttoria necessaria a disporre la “superperizia” sul Dna che ha chiesto, invano, fin dal primo grado. «In questo processo c’è stata mancanza di contraddittorio – afferma l’avvocato Claudio Salvagni – per cui la difesa non è stata ascoltata, e anche Bossetti non ha potuto difendersi, perchè non è mai stata disposta la perizia sul Dna. Già il tribunale di Brescia, in sede di riesame, aveva parlato di aporie che dovevano essere risolte con una perizia, che però non c’è mai stata». Il Dna, secondo la difesa, «non può essere considerato un indizio grave, preciso e concordante: noi abbiamo rilevato – dichiara Salvagni – ben 261 errori e, soprattutto, manca il Dna mitocondriale». Argomentazioni che nei giudizi di merito sono state respinte: in particolare, nelle motivazioni della sentenza d’appello si rilevava come una “superperizia” sul materiale genetico trovato sui vestiti di Yara «deve ritenersi assolutamente superflua e non necessaria ai fini della decisione».
Niente più campioni
E ancora: la Corte d’assise d’appello di Brescia, nella sua sentenza, aveva messo nero su bianco che «quello che è certo è che non vi sono più campioni di materiale genetico in misura idonea a consentire nuove amplificazioni e tipizzazioni», per cui «si deve ribadire con chiarezza – sottolineavano i giudici di secondo grado – che una eventuale perizia, invocata a gran voce dalla difesa e dallo stesso imputato, sarebbe un mero controllo tecnico sul materiale documentale e sull’operato del Ris».
Le scelte della Cassazione
La Suprema Corte può confermare l’ergastolo a Bossetti che, dunque, diventerebbe una condanna definitiva. Se invece il ricorso della difesa fosse accolto integralmente, andrebbe celebrato un processo d’appello-bis per procedere con la “superperizia”. Bossetti è stato arrestato sulla base del profilo di Dna le cui tracce erano sugli indumenti di Yara. Con il profilo genetico correlato, gli inquirenti sono arrivati a Giuseppe Guerinoni, autista di bus morto nel 1999, identificato come padre del ricercato. Per il movente dell’omicidio i giudici d’appello hanno scritto che «poteva essere circoscritto nell’area delle avances sessuali respinte, della conseguente reazione dell’aggressore a tale rifiuto, unita al timore dello stesso di essere riconosciuto».
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8 Ottobre 2018
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