manovra
10:12 pm, 2 Ottobre 18 calendario

Il Governo tira dritto “Avanti con il 2,4%”

Di: Redazione Metronews
condividi

Roma «Confermiamo il 2,4%, sulle cifre non si arretra di un centimetro, e si punta a una diminuzione del debito negli anni successivi grazie alla crescita che ci sarà e ai tagli agli sprechi prodotti dal lavoro del nostro team “mani di forbici”». Lo ha affermato il vicepremier Luigi Di Maio al termine del vertice di maggioranza, a Palazzo Chigi, per definire i dettagli della manovra, riferendosi al rapporto deficit/Pil. «Abbiamo lavorato a disegnare la manovra in modo da accelerare la discesa del rapporto debito/Pil in modo consistente nell’arco del triennio», ha scritto in una nota il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Che precisa: «L’Italia è un Paese fondatore dell’Unione Europea e dell’Unione Monetaria e ci tengo a ribadirlo: l’euro è la nostra moneta ed è per noi irrinunciabile». 
Ma le tensioni con l’Europa non calano e se possibile peggiorano. Luigi Di Maio e Matteo Salvini, continuano a usare toni durissimi. Il ministro dell’Interno attacca già in mattinata: «Le parole e le minacce di Juncker e di altri burocrati europei continuano a far salire lo spread, con l’obiettivo di attaccare il governo e l’economia italiana? Siamo pronti a chiedere i danni a chi vuole il male dell’Italia». Sulla stessa linea il 5 stelle Di Maio: «Non hanno ancora letto la nota di aggiornamento al Def in Ue e già la stanno impallinando, allora devo pensare che c’è un pregiudizio». Le critiche arrivano dall’Europa, ma anche dall’opposizione con Matteo Renzi (Pd) che accusa: «Chi fa il tifo per lo spread a 300 è un masochista anti-italiano. Ma anche chi causa l’aumento dello spread a 300 è un masochista anti-italiano. La manovra del popolo ci farà fare testacoda. Fermatevi, prima che sia troppo tardi». 
Gli Stati membri dell’Eurozona intanto sostengono la Commissione nel chiedere all’Italia «una chiara risposta» e il rispetto delle regole di bilancio. Dialoganti nei toni ma fermi nella sostanza, i ministri dell’Ecofin si schierano compatti con l’esecutivo Ue per chiedere al governo di rispettare le regole condivise dalla «famiglia» di Eurolandia. 
Intanto la maggioranza annuncia anche una serie di riforme costituzionali per il 2019. Tra queste l’abolizione del quorum al referendum l’obbligo di esaminare i referendum di iniziativa popolare, la riduzione del numero dei parlamentari, l’abolizione del Cnel. 
Ma è il tema economico quello che resta alcentro di tutte le questioni. In attesa dei temibili giudizi delle agenzie di rating sul debito italiano, la situazione generale appare più che nuvolosa. L’Europa sarà più esposta alla prossima recessione, afferma Moody’s, spiegando come essa «non sia preparata ad affrontare un altro forte rallentamento che metta alla prova il sistema finanziario». E proprio di recessione ha parlato l’Fmi.

2 Ottobre 2018
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo