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8:26 pm, 30 Settembre 18 calendario

Tsunami in Indonesia è un’ecatombe

Di: Redazione Metronews
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INDONESIA Cinquanta o sessanta persone sarebbero intrappolate vive tra le macerie di un albergo e di un centro commerciale a Palu, dopo che entrambe le strutture sono state travolte venerdì scorso dal gigantesco tsunami scatenato da un terremoto di magnitudo 7.5. Lo hanno fatto sapere i soccorritori, mentre le operazioni per portare in salvo i sopravvissuti proseguono e sono state avviate le sepolture collettive delle 832 persone già recuperate morte, per evitare il rischio di diffusione di malattie.
Sopravvissuti tra le macerie
L’hotel Roa-Roa aveva 80 camere ed era quasi al completo quando è stato devastato. «Sono state sentite voci che chiedevano aiuto, tra le quali anche quella di un bambino e abbiamo estratto tre persone – ha detto il portavoce dell’agenzia per i disastri, Sutopo Purwo Nugroho – purtroppo il numero delle vittime è destinato ad aumentare ancora di molto». Il presidente indonesiano Joko Widodo si è subito recato nella regione; mentre il vice presidente, Jusuf Kalla, ha precisato che il bilancio finale sull’isola di Sulawesi potrebbe essere di «migliaia di morti, poiché alcune regioni non sono ancora state raggiunte dai soccorritori». Gli sfollati lamentano l’assenza di cibo, acqua e carburante, i supermercati sono stati presi d’assalto.
Centinaia di villaggi isolati
I numeri ufficiali – oltre agli 832 morti – parlano di 29 dispersi, 540 feriti gravi e 16.732 indonesiani rimasti senza case. Intanto oltre 209 scosse di terremoto hanno colpito le centinaia di piccoli villaggi nelle isole Sulawesi centrali e occidentali. Oltre ai danni visibili nella città costiera di Palu, nelle altre due città di Donggala e Mamuju colpite dallo tsunami non è ancora stato possibile calcolare l’entità del disastro, viste le difficoltà per raggiungere le aree colpite. Anche nelle aree interne con i piccoli villaggi rurali per la mancanza di comunicazioni e accesso si teme che il numero delle vittime e dei danni sia di gran lunga superiore alle stime attuali. Nella regione – sulla quale stanno convergendo aiuti inviati da tutto il mondo – sono già arrivati i volontari di ActionAid Indonesia per organizzare gli aiuti di prima emergenza. La squadra di operatori umanitari ha aperto un primo centro di coordinamento dei soccorsi insieme ad associazioni e reti della società civile indonesiana. Sono state montate le prime tende per gli sfollati, distribuiti kit di prima necessità (coperte, teli per costruire ricoveri) e si sta attrezzando la logistica con generatori elettrici per assicurare riparo e cibo a chi ha perso tutto.
METRO

30 Settembre 2018
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