Animali
9:00 am, 20 Luglio 18 calendario

Animali, al lavoro con gli amici (pelosi)

Di: Redazione Metronews
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MILANO C’è chi dice no. Eppure numerosi studi effettuati per lo più da università americane sono pronti a certificarlo. Portare il proprio animali sul posto di lavoro fa bene. Secondo una ricerca pubblicata dall’International Journal of Workplace Health Management, la presenza di cani e gatti in ufficio riduce il livello di stress dei loro proprietari privati dal senso di colpa per aver lasciato l’animale da solo per tanto tempo.
Sempre secondo la stessa ricerca, avere al fianco gli animali domestici induce il proprietario a lavorare più a lungo, aumentando quindi la produttività, riduce il tasso di assenteismo, alza il tono dell’umore e rafforza lo spirito di squadra. Perché di fronte a un collega non proprio simpaticissimo che porta con sé il suo amico peloso, anche la persona più rigida diventa più disponibile.
La Giornata mondiale del cane in ufficio 
Quest’anno è stata celebrata il 22 giugno. Ma il  giorno del cane in ufficio è stato ideato e celebrato per la prima volta nel 1999, il Take Your Dog Work Day è stato creato da Pet Sitters International per incoraggiare le aziende a far entrare i cani negli uffici per un venerdì ogni anno. Obiettivo:  promuovere le loro adozioni dai rifugi. Poi, da un giorno si è passati ad una settimana e oggi  Take Your Dog to Work Day e Take Your Pet to Work Week sono marchi registrati di Pet Sitters International che vantano una crescente partecipazione in Canada, in Australia, nel Regno Unito, in Nuova Zelanda e in Israele. 
Cosa succede all’estero 
Secondo una ricerca della Pets Work Survey negli Stati Uniti un’azienda su cinque è già pet-friendly, mentre la situazione in Europa è un po’ diversa. In Germania, Russia, Spagna Svizzera e Italia – questi i Paesi presi in considerazione – soltanto il 12% degli intervistati dichiara di lavorare in un ambiente che permetta di portare l’amico peloso in ufficio. In Gran Bretagna alcuni dentisti ospitano i cani nei loro studi per aiutare i pazienti a rilassarsi. In Germania, invece, è scoppiato il boom degli asili in cui gli animali vengono portati al mattino e ripresi la sera. 
In Italia
Diverse aziende che hanno sede in Italia hanno ormai sdoganato l’ingresso agli animali. A Vimercate (MB) i pelosi possono entrare alla Nintendo Italia e per loro c’è l’ingresso libero anche ad Assago (Milano) nella sede di Google, Mars Italia e nel Campus Nestlè della Purina. In quest’ultima azienda, ogni dipendente può portare il proprio cane in ufficio purché abbia il “patentino del buon conduttore cinofilo”, il certificato di buona salute del suo amico a quattro zampe e una polizza assicurativa. E se Google ha addirittura inserito nel contratto di lavoro la possibilità di svolgere le proprie mansioni con un animale accanto, in Amazon sono già 2000 gli impiegati che se lo portano in ufficio.
La Giunta regionale lombarda, nel dicembre scorso, ha deliberato l’ingresso degli animali domestici negli ospedali e nelle case di riposo, strutture in la pet therapy vine considerata positivamente su malati con disturbi cognitivi. Addirittura al Molina di Varese, un centro per l’Alzheimer, la pet therapy viene affiancata alle altre cure.
La legge non si esprime, le Regioni e i Comuni sì
In Italia la legge non si esprime sulla possibilità di andare a lavorare assieme al proprio amico a quattro zampe, lasciando  alle Regioni, ai Comuni e alle aziende stesse la possibilità di autoregolamentarsi. L’unico divieto riconosciuto a livello statale è quello previsto dall’art. 83 del DPR 320/54: gli animali non sono ammessi negli esercizi in cui si producono alimenti. 
Poi, ci si perde in una miriade di leggi e leggine regionali o addirittura comunali che modificano e ribaltano il decreto del Presidente della Repubblica. 
Per l’ANCI, associazione dei comuni italiani, “vietare l’ingresso ai cani nei locali pubblici e quindi negli esercizi commerciali è illegale” perché proprio secondo quel decreto il Regolamento della Polizia veterinaria ne ammette l’accesso sia nei locali pubblici che sui mezzi di trasporto purché al guinzaglio. 
Poi c’è la legge regionale n. 37 del 22 novembre 2010 applicata in Valle d’Aosta per la quale “I cani accompagnati dal proprietario o detentore, hanno accesso a tutti gli esercizi pubblici e commerciali, nonché ai locali e uffici aperti al pubblico presenti sul territorio regionale”. 
Insomma, ingresso consentito ovunque se – prosegue la legge – i cani sono tenuti al guinzaglio e indossano la museruola e se i responsabili degli esercizi pubblici e commerciali sono d’accordo. Altrimenti toccherà a loro apporre il divieto d’ingresso. In questo bailamme di divieti e permessi, ogni azienda decide per conto suo. 
Il caso del comune di Genova 
Nello scorso gennaio, l’assessora alla cultura del comune di Genova, Elisa Serafini, proprietaria di un barboncino, ha autorizzato i dipendenti dei suoi uffici a portarsi dietro i cani. Così, a Palazzo Ducale hanno cominciato a entrare, oltre al suo barboncino, anche un cane da caccia e un volpino. L’assessora ha poi rilanciato dichiarando che prossimamente autorizzerà l’ingresso dei cani di piccola taglia anche nei musei civici. La decisione ha fatto discutere parecchio. Ma alla fine la Serafini ha trovato il modo di farla andar bene a tutti. Ha creato una sorta di regolamento per l’accesso agli animali negli uffici che non sono aperti al pubblico, fermo restando che se qualcuno tra i dipendenti ha paura o soffre di allergie, i pelosetti se ne tornano subito a casa.
Ma, ancora prima di Genova, nel 2017, la sindaca di Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza, Lucia Fontana, aveva “liberato” l’ingresso agli animali negli uffici purché ben educati.
Tre cose da sapere
– Non essendoci una legge statale che si esprime sulla possibilità o meno di portare gli animali domestici sul posto di lavoro, molte aziende hanno varato una sorta di vademecum per i i cani o i gatti in ufficio.  Prima di tutto i proprietari devono assicurarsi che non rechino disturbo ai colleghi.
– Gli animali non dovrebbero essere lasciati entrare in alcune “zone” degli uffici: cani e gatti, infatti,  non sono ammessi nelle sale riunioni, nei campi sportivi o nelle aree in cui i dipendenti trascorrono le loro pause pranzo.
– Per evitare problemi nei diversi uffici, cani e gatti non devono poter gironzolare liberamente: il proprietario deve fare in modo che restino nella sua stanza o comunque in un luogo  a loro destinato. Inoltre gli animali devono sempre avere a disposizione acqua e cibo necessari.
Alcuni numeri
• Il 75% degli italiani vorrebbero poter portare il cane in ufficio
• Il 70% dei lavoratori europei proprietari di cani vorrebbero come benefit aziendale la possibilità di andare al lavoro con il proprio animale
•  Sono 15 gli animali domestici da compagnia posseduti dagli italiani
PATRIZIA PERTUSO

20 Luglio 2018
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