decreto dignità
2:46 pm, 3 Luglio 18 calendario

“Sui contratti a termine un grave ritorno al passato”

Di: Redazione Metronews
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Il decreto dignità approvato ieri sera dal governo “fa sorridere, inserire la dignità per decreto a me fa sorridere. Sembra un ritorno al passato”. A dirlo, a margine del Forum dell’Economia Digitale, il presidente dei Giovani di Confindustria, Alessio Rossi, che non vede “nulla che possa aiutare le aziende a creare nuovi posti di lavoro”. “Irrigidisce le procedure, aumenta il costo dei contratti a tempo determinato… Sinceramente vedere aumentare i costi dei contratti a tempo determinato senza diminuire quelli a tempo indeterminato peggiora la situazione per le aziende senza migliorarla per i lavoratori, quindi vantaggi non ne vedo”, ha aggiunto. Rossi è invece d’accordo sulle misure contro la delocalizzazione. “I benefici degli investimenti fatti attraverso contributi pubblici devono restare nel nostro Paese. Il limite dei 5 anni – ha aggiunto – è quello massimo, oltre non vedrei ragionevolezza”.
Confesercenti e Confcommercio. La Confesercenti rileva “con profonda insoddisfazione” l’inserimento nel decreto di “pesanti interventi sui contratti a termine”. “Se da una parte – scrive in un comunicato – riteniamo condivisibile cercare di stabilizzare l’occupazione e dare le giuste garanzie ai lavoratori, dall’altra non possiamo accettare la penalizzazione delle imprese, che garantiscono il lavoro in primo luogo”.    “Il contratto a tempo determinato – argomenta la Confesercenti – costa già più di quello a tempo indeterminato, con un contributo addizionale a carico del datore di lavoro pari all’1,4% della retribuzione imponibile ai fini previdenziali. Un ulteriore aumento degli oneri – il decreto legge prevede lo 0,5% in più dal secondo rinnovo – si trasforma in un aggravio stimabile in oltre 100 milioni di euro l’anno, di cui più della metà verrà sborsato già quest’anno, visto che scadranno il 55% dei contratti”.  Critica anche Confcommercio: “In attesa dell’annunciata riduzione del costo del lavoro, tutta da verificare, il governo decide di fare una grave marcia indietro sui contratti a termine introducendo, di fatto, forme di inutile e dannosa rigidità”. Se l’obiettivo “era quello di favorire la creazione di nuova occupazione, si va invece nella direzione opposta con l’aggravante di creare un periodo di incertezza e un ritorno del contenzioso”.    “Le imprese del terziario e del turismo, le uniche che hanno creato nuova occupazione, anche durante le crisi – sottolinea la confederazione – avranno dunque un freno allo sviluppo e agli investimenti” dalle norme previste.

3 Luglio 2018
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