Maurizio Guandalini
5:33 pm, 11 Giugno 18 calendario

La mossa del ghepardo di Donald l’imprevedibile

Di: Redazione Metronews
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Con quell’espressione un po’ così. Che ti frega. Tu  fai la personcina a modo e lui ha già deciso di mandarti a quel Paese. Se sei, poi, carino, di quella gioventù sana e maschia, leziosa, da calzini con l’alce dai cornoni giganti, allora gli stai sulle palle. Solo a pronunciare il nome  di quel canadese, Justin Trudeau. Trump non gli interessa l’ambiente e i pericoli dell’inquinamento.  Roba che ascolta di malavoglia. Perché pantegane. Chiaviche sfiancanti. Arriva in ritardo, se ne va via prima, si siede accigliato.  Ringhia sui comunicati finali. Dà il buffetto a chi lo loda. Ma non ti conosce, non sa chi sei. Spiazza, rivolta, brandisce l’arma dei dazi. Di fronte al cessato arrivo di tecnologia, i cinesi sono scesi a patti. E ora a cuccia per un po’. Capito onorevole Di Maio come si fa fermare le delocalizzazioni delle imprese? Mò bast guagliù. I fatti, chiedono gli industriali.
Figurarsi il club dell’inutilità. Il G7.  The Donald se lo mangia in un sol boccone. Con la mossa del ghepardo. Non spaventa, ma al momento giusto attacca alla gola.  Imprevedibile. Consapevole che il Vecchio Continente è bradiposo. Trump vorrebbe un bel G2, Stati Uniti-Cina. Gli semplifica la vita. Sa che le scelte che contano si facevano, in contemporanea al G7, al Shangai Cooperation Organization, tra potenze asiatiche. Quelli delle materie prime.
 Il Comandante in Capo ha mandato all’aria  gli stracci dell’old style in due anni di Governo. Sembra un’eternità stando alla svegliata  che ha impresso. Insieme a  Kim Jong-un. Classe 1984. Grassottello, bruttino, bassino con un taglio di capelli alla Spanky. Il contrario del premier canadese. Attento, come Trump, all’imbalsamato ciuffo e a ingurgitare giganti hamburger. Si incontreranno domani a Singapore. Il partner   funzionale al superomismo stelle strisce. Degno di un cartoon di quel Walt Disney pensa-credi-sogna- e-osa. Due tipi improbabili scriveranno la storia. E’ proprio vero. Per essere insostituibili bisogna essere diversi.
MAURIZIO GUANDALINI

11 Giugno 2018
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