Garrone: Dogman è solo la triste storia di un uomo
CINEMA Tutti dicono che si tratta della storia del delitto del Canaro della Magliana, nerissimo brandello di cronaca romana degli Ottanta, protagonista un tosacano che vendicò frustrazioni e umiliazioni torturando per ore e ammazzando un ex pugile. Ma Matteo Garrone, che ha appena presentato il suo Dogman, interpretato da Edoardo Pesce e Marcello Fonte e in concorso al festival, lo ha già detto e lo ripete anche oggi: «La storia si stacca da quel fatto di cronaca per diventare una storia di umanità umiliata e di vendetta. Una storia cui ho pensato e lavorato a lungo proprio perché non volevo raccontare un fatto di cronaca, non volevo fare un horror ma raccontare di un uomo esasperato che crede, con un gesto estremo e violento, di aver liberato sé, il suo quartiere, il mondo. Chi si aspetta l’horror è avvertito. Non c’è nulla di raccapricciante nel film».
Ma di certo è una fiaba nera, passata ieri insieme a Burning di Lee Chang-Don e applaudita nel giorno dell’affollatissima masterclass di John Travolta che al festival ha festeggiato i 40 anni di Grease, ballando e improvvisando sulle note rap dell’ultimo successo di 50 Cent, facendosi riprendere in video già diventati virali, e che ha presentato Gotti di Kevin Connolly in cui interpreta il boss mafioso della Little Italy John Gotti, morto in carcere nel 2002, e in cui lo vedrete calvo e smagrito, irriconoscibile.
SILVIA DI PAOLA
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