biotecnologie
8:05 am, 11 Maggio 18 calendario

La mano bionica diventa low cost

Di: Redazione Metronews
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«Siamo partiti da una Ferrari e abbiamo cercato di trasformarla in un’utilitaria accessibile a tutti, anche sul fronte del prezzo e della vestibilità.  E per farlo abbiamo lavorato duro». Usa la metafora automobilistica Roberto Cingolani, direttore dell’Istituto Italiano di tecnologia di Genova che in collaborazione con l’Inail ha realizzato Hannes, la mano robot che dal 2019 potrebbe essere disponibile sul mercato e cambiare la vita a molti amputati.
Ci racconti come avete lavorato.
Siamo partiti dall’umanoide robot iCub e dalla sua mano come piattaforma. Poi abbiamo cominciato a modificarla per renderla più leggera e flessibile e soprattutto abbiamo chiesto ai pazienti, che sono veri coautori e testimonial di Hennas, che cosa serviva. Per esempio hanno insistito sui movimenti di rotazione del polso o sulla possibilità di tenere in mano una carta di credito.
Il passaggio dalla mano di un robot alla protesi che modifiche ha comportato?
Alleggerire, semplificare: la mano dell’androide prevedeva una ventina di motori, in Hennas li abbiamo ridotti a due. Abbiamo fatto anche una ricerca sui materiali. Poi la batteria, che dura una giornata intera. È stato un lavoro lungo, fatto di tentativi e anche di insuccessi ma alla fine abbiamo ottenuto un prodotto certificato CE.
Come funziona?
Attraverso impulsi mioelettrici, che provengono dalla contrazione dei muscoli della parte residua dell’arto.  Ma la novità sta nel sistema di presa degli oggetti, molto naturale. Un’altra cosa importante è che si mette e si toglie con grande semplicità.
Si parla di un prodotto più economico del 30%, di che cifre parliamo?
L’obiettivo era fare il prodotto migliore ed economicamente sostenibile in modo tale da poter diventare di massa, come uno scooter. La mano dell’umanoide iCub viaggia sui 50mila euro, Hannes invece dovrebbe aggirarsi sui 10mila, in una buona parte, diciamo metà, sostenuti dal servizio sanitario. Sarebbe un prezzo decisamente concorrenziale rispetto ad altre protesi simili sul mercato. Ora bisogna passare alla produzione e si stanno già muovendo due start up.
Quando passerete ad un arto intero?
Ora stiamo lavorando sugli esoscheletri, per aiutare chi gli arti ce li ha ma danneggiati. Poi passeremo al braccio e alla gamba. Ma una volta realizzata la mano è tutto più facile.
PAOLA RIZZI @paolarizzimanca
  

11 Maggio 2018
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