“Governo neutrale” “No, subito al voto”
Roma «Un governo neutrale rispetto alle forze politiche, di servizio, di garanzia», con una mission e un orizzonte temporale ben definiti: consentire nel frattempo alle forze politiche di ricercare ancora intese per dar vita ad un esecutivo politico. E se questo si rivelasse ancora impossibile, come verificato in questo mese di consultazioni, arrivare a dicembre per approvare la manovra economica ed evitare gli aumenti dell’Iva, per poi tornare al voto all’inizio del prossimo anno. Dopo aver verificato di nuovo che all’orizzonte non vi sono possibilità di dar vita a maggioranze parlamentari in grado di sostenere un governo – permanendo i veti incrociati tra i partiti – il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ritenuto che ormai il Paese non possa più permettersi di rimanere senza un esecutivo nel pieno delle funzioni, ed ha escluso una proroga di Gentiloni. Per questo ha posto i partiti di fronte alle loro responsabilità: «scelgano, con il loro libero comportamento, nella sede propria, il Parlamento, tra queste soluzioni alternative: dare pienezza di funzioni a un governo per affrontare i temi economici oppure nuove elezioni subito, nel mese di luglio, ovvero in autunno».
E i partiti subito si sono presi la loro responsabilità: il Movimento 5 Stelle ha detto un no secco a un governo del presidente, e così hanno fatto la Lega e Fratelli d’Italia. Lega e 5 Stelle erano arrivati a proporre la data dell’8 luglio per il voto (uno sgarbo al Quirinale), ma difficile fare prima del 22. Frizioni nel centrodestra, con Forza italia che riflette e sostiene che comunque il voto in estate è inopportuno, semmai meglio l’autunno, ma Salvini preme e ci sarà un confronto di coalizione. Sì a Mattarella dal Pd e da alcuni gruppi centristi.
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