SIRIA
8:30 pm, 10 Aprile 18 calendario

Nella polveriera Siria la guerra fredda si scalda

Di: Redazione Metronews
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SIRIA Tensione alle stelle in Siria: il cacciatorpediniere americano USS “Donald Cook”, armato con missili Tomahawk, ha lasciato il porto cipriota di Larnaca e si è diretto verso il Mediterraneo orientale, per portarsi a ridosso della base navale siriana di Tartus, usata dai russi. Ieri si era diffusa la notizia, poi smentita da Washington, di due caccia Sukhoi Su-24 di Mosca in sorvolo a bassa quota sul cacciatorpediniere con manovre minacciose. Nel frattempo le forze russe stanno bloccando il segnale dei droni Usa nei cieli siriani. Il presidente Trump, che ha promesso «una risposta forte» nelle prossime ore al presunto attacco chimico a Duma, ha annullato il suo viaggio in America Latina. Parigi e Londra, sottolineando le «particolari responsabilità» degli alleati di Damasco nell’attacco contro i civili, hanno convenuto su una risposta dura.
«Una pericolosa escalation»
Per Mosca, l’avvicinarsi alla Siria del cacciatorpediniere americano è «il segnale di un’escalation» e può essere visto come un elemento di «intimidazione» anche se – ha spiegato la Marina – «gli Stati Uniti non oseranno colpire apertamente la Siria, per via della presenza di navi e sottomarini russi nel Mediterraneo». Anche la Cina mette in guardia da qualsiasi «risposta militare impulsiva». Intanto l’esercito governativo siriano ha innalzato l’allerta al livello massimo, prevedendo attacchi nelle prossime ore. La “battaglia” nel frattempo si combatte anche sul piano diplomatico al tavolo delle Nazioni Unite. Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha definito «ripugnante» l’uso di armi chimiche e ha richiesto «un’indagine accurata attraverso competenze imparziali, indipendenti e professionali». Al Consiglio di sicurezza dell’Onu è arrivata una doppia richiesta di indagine su Duma. Da una parte quella sollecitata dagli Usa e dall’altra quella della Russia, che chiede l’invio sul posto di esperti dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, che Damasco si dice pronta ad accogliere.
Il fronte israeliano
Ma a rendere più delicata la situazione è lo scontro con Israele. Il Libano vuole presentare una denuncia contro Tel Aviv al Consiglio di sicurezza dell’Onu per la violazione del proprio spazio aereo per il raid contro la base siriana T4, nella provincia di Homs, in cui sono morte 14 persone, di cui 7 consiglieri militari iraniani. Teheran ha già annunciato che «il crimine israeliano non rimarrà senza risposta». Le forze armate di Tel Aviv hanno schierato batterie missilistiche sulle alture del Golan e il ministro della Difesa ha avvertito che «non accetteremo un’ingerenza dell’Iran in Siria».
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10 Aprile 2018
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