Consultazioni 2018
9:14 pm, 5 Aprile 18 calendario

Prime consultazioni senza un risultato

Di: Redazione Metronews
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Roma  «Alla luce del risultato elettorale – tira le somme il presidente Mattarella dopo il primo giro di consultazioni – è indispensabile, in base alle regole della nostra democrazia, che vi siano delle intese tra più parti politiche per formare una coalizione che possa avere la maggioranza in Parlamento e quindi far nascere e sostenere un governo». Condizione che non è emersa nei due giorni di consultazioni al Quirinale. Per questo è necessario e «utile qualche giorno di riflessione», perché i partiti verifichino «le possibili soluzioni per dar vita a un governo». Una parentesi che durerà fino alla prossima settimana, quando il Presidente avvierà «un nuovo ciclo di consultazioni per ascoltare i partiti e verificare se è maturata qualche possibilità che oggi non si registra». 
Da quanto emerge la situazione è di stallo, con veti incrociati che ancora precludono accordi. Ma da più parti si assicura anche che c’è da parte degli schieramenti la consapevolezza di dover cercare una coalizione per formare una maggioranza in grado di sostenere un governo e anche l’«esigenza di maggior tempo». Ma è altrettanto vero che sono ampie le distanze ancora da colmare. Movimento 5 Stelle e Forza Italia sembrano escludersi a vicenda. Di Maio vuole incontrare solo Lega e Partito Democratico, ma dal PD fanno sapere di non essere interessati ad alcun incontro. Silvio Berlusconi chiede un governo senza «pauperisti e giustizialisti», e così sembra di fatto sbarrare la strada ad un accordo con i Cinquestelle. Matteo Salvini invece esclude il PD e ritiene che il centrodestra debba coinvolgere M5S, perché «altre soluzioni sarebbero temporanee e improvvisate». Berlusconi apre a un governo di emergenza, la Lega esclude ogni tipo di governo largo e con leader non eletti. Cntrodestra e M5S continuano a chiedere l’incarico di governo, ma Mattarella è stato chiaro: per la Costituzione va dato solo a chi abbia una vera maggioranza in Parlamento. 

5 Aprile 2018
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