DOPO IL VOTO
7:36 pm, 25 Marzo 18 calendario

Salvini: «Il premier sarà indicato da noi»

Di: Redazione Metronews
condividi

ROMA «Nel rispetto di tutti, il prossimo premier non potrà che essere indicato dal centrodestra». A ventiquattro ore dall’elezione dei presidenti di Camera e Senato, che ha visto trionfare l’asse Lega-M5S, Matteo Salvini ferma sul nascere tutte le illazioni di chi vede già la Lega in fuga dalla coalizione di centrodestra. Certo, la formula utilizzata dal leader leghista – «indicato dal centrodestra» e non «del centrodestra» – lascia il campo aperto a personalità non strettamente politiche, espressione della società civile, ad esempio, del mondo dell’imprenditoria. Sul fronte del M5S, Luigi Di Maio ripete: «Abbiamo sempre detto che la partita sulle presidenze delle Camere è slegata da quella del governo. Da oggi chi vuole lavorare per i cittadini, sa che esiste una forza affidabile e seria che dialoga con tutti e si muove compatta per il bene del Paese».
Verso il primo tentativo
E allora Salvini snocciola in pillole il suo programma – dalla cancellazione della legge Fornero e dello spesometro alla legittima difesa, dalla revisione dei trattati europei all’espulsione dei clandestini – e domanda: «Noi siamo pronti, voi ci siete?». L’unica certezza sembra essere quella che il primo tentativo di formare un governo spetterà alla coalizione che ha ottenuto il 37% e, dunque, a Salvini-Meloni-Berlusconi. Ma nulla è scontato e il cammino è tortuoso e con mille incognite, anche per le tensioni e le incertezze che gravano su due protagonisti fino a ieri della scena politica: Forza Italia e il Partito democratico. Il modo in cui è maturata la candidatura di Elisabetta Casellati, dopo lo strappo su Paolo Romani e la scelta iniziale della Lega di votare Anna Maria Bernini, ha scosso profondamente il partito di Berlusconi. Il Cavaliere è descritto come molto provato dalle trattative degli ultimi giorni, ma anche determinato a non restare fuori dalla partita per il governo. Dentro il partito, intanto, i malumori aumentano e trasformano in un calvatio anche la scelta dei capigruppo.
Renzi resta defilato
Quanto al Pd. l’elezione dei presidenti delle Camere sembra averne certificato la marginalità politica. Una marginalità in parte cercata dallo stesso Pd con la linea Renzi del «tocca a loro». Ovvero, il Pd lascia la palla ai vincitori delle elezioni perchè si assumano fino in fondo «oneri e onori» del governo, come sottolineato anche dal segretario reggente Maurizio Martina. Se poi dovesse rendersi necessario il contributo dei dem per facilitare il lavoro del presidente della Repubblica, «questo non mancherà di certo», ha aggiunto Martina.
METRO

25 Marzo 2018
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo