“Insyriated” racconta l’orrore della guerra
ROMA Donne, bambini e anziani chiusi in una casa di un palazzo ormai vuoto durante la guerra a Damasco. Chiusi come in una prigione: se escono un cecchino può spararglii e se qualcuno gli spara il loro corpo resta lì, davanti alla finestre di casa perché andarlo a recuperare è un rischio mortale. Intanto dalla porta di casa barricata e dalle finestre tentano di entrare gli sciacalli, armi alla mano, per violentare e rubare.
Ecco la storia di una famiglia siriana come tante. Di una donna rimasta sola a gestire figli, nonni, cugini e amiche con neonati. Ecco l’orrore della guerra.
Chi vedrà questo “Insyriated” di Philippe Van Leeuw (da oggi in sala, dopo essere stato premiato alla scorsa Berlinale) saprà di che cosa si parla quando si tratta di una guerra contro i civili. E non potrà dimenticarlo. Anche a questo serve il cinema.
SILVIA DI PAOLA
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