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6:30 am, 14 Marzo 18 calendario

Take away a bordo del peschereccio

Di: Redazione Metronews
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Wwworkers è la community dei lavoratori della rete, dipendenti o imprenditori che operano con le nuove tecnologie e che si raccontano su wwworkers.it e su Metro. 
Questa è la storia di tre giovani a cavallo dei trent’anni, di una passione viscerale per la pesca nata sin da quando erano bambini e di un peschereccio di dieci metri acquistato tre anni fa per partire da zero con un’impresa. Sfruttando anche le leve social.
Siamo a Savona e i tre imprenditori sono Davide Busca, Lorenzo Bergesio e Mauro Mantero. Da pescatori classici si sono buttati nella ristorazione, reinventando il take-away marino e offrendo direttamente a bordo della barca ormeggiata nel porto uno speciale hamburger di pesce.
«Abbiamo trasformato una passione nel nostro lavoro. Ma per farlo al meglio abbiamo studiato il mercato, la filiera, il consumo e abbiamo scommesso su un tipo di pesce poco conosciuto, ma molto salutare e saporito», racconta Davide Busca, 27enne nato a Ceva, cinquemila anime nel cuneese, e oggi di base a Savona. Dopo un percorso di studi come geometra e alcuni anni nell’attività di famiglia, ha deciso di scommettere sulla pesca. «Con i miei amici oggi soci in affari andavamo a pescare nel savonese. Lorenzo sott’acqua, mentre io e Mauro con le canne da pesca».
L’idea innovativa nasce così da una analisi legata all’andamento del mercato ittico. «Esistono molte specie di pesci che non sono valorizzate, mentre si punta sempre sulla vendita delle stesse, come l’orata e il branzino. Ma la verità è che questi pesci non ci sono quasi più e hanno costi spaventosi – dai 28 ai 35 euro al chilo – mentre altri se ne pescano in abbondanza». Così i tre giovani si sono orientati su questa nicchia, ma altrettanto buona e considerata a basso mercato. Perché ciò che alcuni pescatori rinunciano a portare a terra, da loro viene valorizzato con una speciale cucina a bordo. E nel pieno rispetto delle tradizioni liguri.
Tra questi pesci riscoperti c’è il tombarello, pesce pelagico. C’è poi il lanzardo, pesce azzurro molto simile allo sgombro e che ha un sapore deciso. «Abbiamo ribaltato l’ecosistema, dando valore alla filiera. Di fatto lavoriamo con le specie meno conosciute, ma dalle qualità organolettiche eccellenti. Peraltro quando non riusciamo a pescare andiamo ad acquistare il pescato ad una cifra più alta, dando più potere d’acquisto ai pescatori e ribaltando completamente il sistema».
Col tombarello o il lanzardo i tre giovani creano hambuger di pesce e vendono anche coni di fritto misto a sette euro. «In questo modo si dà respiro ad un settore in difficoltà, con una vendita sostenibile per il consumatore ma anche per il pescatore. Tutto ciò è possibile perché andiamo a semplificare la filiera dal produttore al consumatore».
Il loro peschereccio si chiama Alalunga. Ed è anche questo un omaggio al mare. «Siamo appassionati di pesci pelagici. E tra questi c’è il tonno alalunga. Si tratta di un tonno classico, ma con le pinne laterali più lunghe, molto pescato nei mari siciliani», precisa Davide.
Dal take-away marino i tre sono approdati agli aperitivi in barca con hamburger di pesce, frittura mista, bottarghe, salatura di acciughe e insaccati di pesce proposti come finger food e consumati direttamente sulla barca. Il tutto poi raccontato sulla fanpage di Facebook. «È il nostro social network. I clienti ci conoscono qui e poi ci vengono a trovare dal vivo. E una volta che ci hanno scoperto, tornano spesso a trovarci».
GIAMPAOLO COLLETTI
@gpcolletti
 

14 Marzo 2018
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