Spionaggio
7:54 pm, 8 Marzo 18 calendario

Spy-story a Salisbury ora spunta il Russiagate

Di: Redazione Metronews
condividi

GRAN BRETAGNA Piega inattesa per la spy-story di Salisbury. Spunta infatti, anche se per ora solo come coincidenza, lo scottante dossier anti-Trump nel caso della spia russa avvelenata con il gas nervino. L’ex agente del Kgb Sergei Skripal, preso di mira assieme alla figlia Yulia domenica scorsa in Gran Bretagna, conosceva un consulente per la sicurezza che ha lavorato per la società che ha redatto il dossier su Trump. È l’ultimo sviluppo che rischia di avvelenare i rapporti tra Londra e Mosca.
Tra la vita e la morte
Del legame tra i due riferisce il quotidiano The Telegraph, che rivela che il consulente viveva vicino a Skripal e lo ha frequentato. Skripal, che è in terapia intensiva e lotta tra la vita e la morte, fu reclutato dall’MI6 quando lavorava per l’ambasciata britannica in Estonia, secondo quanto riferito dall’Fsb, l’agenzia di intelligence russa. Secondo il Telegraph si trasferì a Salisbury nel 2010, dopo uno scambio tra spie, e a quel punto si avvicinò a un consulente che ha lavorato per Christopher Steele, l’autore di un dossier che contiene notizie compromettenti su Trump e i suoi legami con Mosca ed è attualmente oggetto di indagine nel Russiagate. Secondo un account Linkedin rimosso negli ultimi giorni, il consulente lavorava per la Orbis Business Intelligence, la società di Steele. Steele è un ex 007 britannico che ha compilato il dossier nel 2016, prima delle elezioni dell’8 novembre: vi racconta i presunti legami di Trump con Putin e la storia di un suo incontro con una prostituta nel 2013 a Mosca. Il dossier ha scatenato la rabbia tanto di Trump quanto di Putin.
«Aspettiamo le prove»
Se il Cremlino credeva che Skripal avesse collaborato nella compilazione del dossier, questo – azzarda il Telegraph – potrebbe spiegare il tentativo di assassinio. Con Skripal, ancora in terapia intensiva, e la figlia, è stato esposto al gas nervino anche un ufficiale di polizia. L’agente ora sta un po’ meglio e i medici sono ottimisti. «Non c’è niente di molle nella risposta del Regno Unito a qualsiasi sorta di attività di Stato nel nostro Paese», ha detto il ministro dell’Interno, Amber Rudd. Quanto alle voci sulla presunta responsabilità di Mosca, la Rudd ha tagliato corto: «Quando avremo le prove di quello che è accaduto, se è appropriato, lo attribuiremo a qualcuno. Se questo è il caso, avremo un piano da mettere in pratica. Dobbiamo tenere la mente fredda e basarci sui fatti».
METRO

8 Marzo 2018
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo