Clonati in Cina due macachi
CINA Nuovo controverso balzo in avanti dell’ingegneria genetica, che si avvicina alla clonazione umana e infiamma il dibattito etico. A 22 anni dalla clonazione in Scozia del primo animale, la pecora Dolly, ora dei ricercatori cinesi – ufficialmente «per trovare la cura di gravi malattie e verificare l’efficacia dei farmaci» – hanno usato lo stesso tipo di procedimento per replicare due primati. Si tratta di due cuccioli di macachi (chiamati Hua Hua e Zhong Zhong) che hanno tra sei e otto settimane e godono di buona salute. Sono stati creati a Shanghai all’Institute of Neuroscience della Chinese Academy of Sciences utilizzando per la prima volta sulle scimmie la tecnica del trasferimento nucleare di cellule somatiche (ovvero la rimozione del nucleo da una cellula uovo e la sua sostituzione con il nucleo di una cellula somatica del donatore).
Il precedente di Tetra
Una tecnica usata sino ad oggi per clonare oltre 20 tipi differenti di animali – tra i quali cani, maiali, topi, gatti e mucche – ma mai i primati e che apre la strada alla clonazione di un essere umano. In passato sono già state clonate delle scimme, ma con un procedimento differente. Nel 1991 un team dell’Oregon National Primate Research Center aveva dato vita a Tetra, un macaco clonato con la tecnica della fissione embrionale (riproduzione artificiale delle gravidanze gemellari, in cui le cellule dell’embrione vengono divise in più embrioni con identico materiale genetico).
Sgreccia: «Attentato al futuro dell’uomo»
«Non c’è dubbio che il passaggio dalla prima pecora Dolly ad altri animali e ora persino alla scimmia, ovvero a un primate così vicino all’uomo, rappresenta un autentico attentato al futuro dell’intera umanità». Così il cardinale Elio Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita.
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