L’insoddisfazione degli studenti italiani
Roma I giovani universitari italiani sono i più insoddisfatti della propria vita. Lo rivela un sondaggio internazionale condotto da Sodexo su oltre 4 mila studenti, secondo cui se nel Bel Paese il livello di soddisfazione tocca il 62%, in India (82%), Cina (76%) e Regno Unito (75%) gli studenti rivelano un maggiore benessere. La percentuale scende addirittura al 54% in relazione agli studi. Se quasi 4 universitari su 10 rivelano di non essere soddisfatti della propria vita, addirittura quasi uno su 2 non è contento del proprio percorso accademico. Ma non è tutto: ben il 36% degli italiani ha pensato almeno una volta di abbandonare l’università, contro il 5% dei cinesi e il 20% degli indiani, preceduti solo dai pari età inglesi (37%). I motivi dell’insoddisfazione? Sul podio delle preoccupazioni, l’eccessivo carico di lavoro (51%), la mancanza di equilibrio tra studio, socializzazione e lavoro (44%) e la possibilità di trovare lavoro dopo la laurea (43%). Il 39% non crede di essere in grado di cercare il lavoro dopo il titolo di studio, mentre il 31% non crede di raggiungere una votazione che corrisponda alle proprie aspettative dopo aver discusso la tesi.
Andando nel dettaglio dei motivi che rendono gli studenti italiani i più insoddisfatti, salta all’occhio il dato relativo al tempo dell’insegnamento, che appaga il 56% del totale contro il 70% della media. Un altro aspetto con cui gli universitari italiani devono fare i conti è quello economico: oltre 4 su 10 (43%) si dichiarano preoccupati dalla gestione delle spese quotidiane, dato poco superiore alla media sovranazionale (40%). Infine, appena poco più di un terzo degli studenti (37%) pensa di aver ottenuto un buon rapporto qualità-prezzo dai servizi offerti dal proprio ateneo, valore inferiore a quelli delle altre nazioni. Questo nonostante le università pubbliche italiane presentino costi di accesso contenuti a fronte di una qualità media elevata. Gli studenti italiani sono anche tra i più pessimisti nel ritenere che l’università possa aiutarli a risolvere i loro problemi, come quelli legati all’alloggio (53%), alla salute (47%), alla vita sociale (46%) e alle finanze (44%).
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